Cronaca locale

"Primarie? Inutili. Gli altri non le fanno"

Lo schema di Musella: una convention per i vertici. Confronto in Regione

"Primarie? Inutili. Gli altri non le fanno"

Una «convention» nazionale che scelga un direttivo di venti componenti - uno per regione - e poi un esecutivo ristretto di cinque guidato da un coordinatore. Questo lo schema che il coordinatore provinciale Graziano Musella propone per riorganizzare Forza Italia, a tutti i livelli, dal nazionale ai locali. Uno schema che dovrebbe ridare vigore al movimento, con un pacchetto di idee e proposte che restano quelle storiche e un «indispensabile ruolo di garanzia e di leadership del presidente Berlusconi».

Musella, a lungo sindaco di Assago e oggi deputato, interviene così, con un suo contributo, nella discussione interna agli azzurri. Sul tema delle «regole» altri - come Giovanni Toti - insistono molto. E regole significa anche, per il governatore ligure, nuove modalità di selezione interna. Il tema delle regole invece non è centrale nell'analisi di Musella. Anzi, la valutazione è opposta, e la conclusione è che le primarie non siano né utili: «È evidente - spiega Musella - il totale disinteresse dell'opinione pubblica nei confronti dei nostri problemi interni: ai cittadini non interessa affatto sapere in base a quale criterio Fi deciderà di organizzarsi». La premessa di Musella è che la «difficoltà» attuale sia «principalmente, se non esclusivamente, dovuta alla percezione, presso l'opinione pubblica, del problema migratorio come principale problema italiano». In un contesto di questo genere - osserva il coordinatore - chi ha maggiore evidenza comunicativa sull'argomento (Salvini) è destinato a crescere nei consensi». Comunque per Musella non servono «un congresso disarticolato» o primarie col rischio di «balcanizzare» il partito. «Inoltre - dice - non vedo negli altri partiti grandi sentimenti di partecipazione democratica: nella Lega, in Fdi e nei 5 Stelle nessuno si pone il problema di celebrare congressi o primarie». Ecco la scelta di puntare semmai su riorganizzazione e strumenti comunicativi in grado di competere con le «piattaforme informatiche» altrui.

Intanto si apre la discussione sull'assetto di Fi in giunta regionale, anche perché uno dei due sottosegretari, Fabio Altitonante, si è dimesso per il coinvolgimento nel caso giudiziario apertosi a maggio. Una parte del gruppo si aspetta come nuovo sottosegretario Paolo Franco, rappresentante di una provincia - Bergamo - che chiede rappresentanza adeguata dopo Milano e Brescia. Il commissario regionale, Max Salini, vorrebbe invece allargare, puntando su un non-eletto, e opterebbe per un territorio rimasto senza riferimenti attuali in Consiglio (per Fi): Cremona, quindi Carlo Malvezzi. Il commissario lascerebbe poi la possibilità di far avvicendare nell'altra casella Franco per Alan Rizzi, nel frattempo divenuto consigliere, subentrato a Silvia Sardone.

Tutto però è legato alla decisione ultima del presidente Attilio Fontana, che a quanto pare al momento non intende toccare la composizione della squadra.

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