Tutti a Roma, o quasi. Tanti a Roma comunque, se è vero che con 151 seggi da assegnare fra Camera e Senato (96 eletti con criterio proporzionale, 55 nei collegi uninominali) la Lombardia farà la parte del leone anche in questa legislatura, la diciottesima, che sta iniziando peraltro con qualche grattacapo burocratico. Gli eletti in Lombardia infatti hanno avuto difficoltà a farsi registrare, ma una volta superate incertezze e lungaggini del «Rosatellum», partirà per tutti un quinquennio di servizio istituzionale. Una legislatura che nasce fra molte incertezze, prime fra tutti l'elezione dei presidenti delle Camere e l'incarico per la formazione del nuovo governo.
La prima seduta della Camera è convocata per venerdì alle 11. All'ordine del giorno la costituzione dell'ufficio provvisorio di presidenza, la costituzione della Giunta delle elezioni provvisoria e la proclamazione dei deputati. Quindi, appunto, si passerà l'elezione del presidente che avverrà a scrutinio segreto. La seduta sarà presieduta da Roberto Giachetti, vicepresidente più anziano per elezione tra quelli della legislatura conclusa. Ma come vivono questo passaggio gli eletti?
Giusy Versave (Fi). "Ora la sfida più grande: dare voce a chi non l'ha"
«Con la testa e con il cuore si va ovunque» il motto di Giusy Versace, ex manager d'azienda, atleta paralimpica, nel collegio uninominale di Varese, candidata per Forza Italia, ha ottenuto il 48% delle preferenze. Anche questa volta ha deciso di correre, ha accettato la sfida e l'ha vinta. «Ora comincia la scommessa più grande» dice molto emozionata. «Sì venerdì avrò il Gaviscon nella borsa! Sono felicissima del risultato che ho ottenuto e soprattutto dell'opportunità che mi è stata data per portare avanti le istanze e le tematiche che mi stanno più a cuore». Cosa porterà alla Camera? «I temi di cui mi occupo da tempo: lo sport dovrebbe essere un diritto di tutti, mentre in Italia per i disabili è un lusso. Eppure lo sport è una potente terapia, soprattutto a livello psicologico, aiuta la riabilitazione e l'integrazione. Permette, come è successo a me, di ricostruirsi una vita» spiega . Altro tema fondamentale è l'adeguamento delle pensioni di invalidità che oggi «rappresentano più un rimborso spese che altro, ma che vanno adeguate». Sente su di sè tutto il peso della responsabilità che le associazioni, le singole persone che ha conosciuto e incontrato e per le quali rappresenta un punto di riferimento le hanno dato: «Voglio dare voce a chi non ce l'ha».
Per Versace Mariastella Gelmini sarebbe la più adatta a ricoprire la presidenza della Camera: «una donna intelligente, capace, con esperienza, che io stimo tantissimo».
Stefabo Buffagni (M5S). "A Roma sento molta fiducia. Buche? Milano ne ha di più"
Ha viaggiato in seconda classe Stefano Buffagni, commercialista e grillino al primo mandato da deputato dopo 5 anni da consigliere regionale. «Un orgoglio, un grande onore, sento un'aria molto positiva rispetto al nord. Molta fiducia, ottimismo per un governo nostro. Iniziate, i cittadini ci dicono questo, e nelle istituzioni ci sono grandi aspettative». Sul percorso istituzionale, mantiene un profilo ultra-soft. «Ci sono le procedure. Il presidente le seguirà e noi faremo tutti i passi parlando di contenuti». Quali passi? «Li deciderà, con i nostri capigruppo, Luigi», cioè Di Maio, il «capo politico» del Movimento. E sui presidenti delle Camere il «programma» dei grillini prevede subito la sforbiciata dei vitalizi. Buffagni in Lombardia si vanta di aver restituito 145mila euro, destinati al fondo Intraprendo per le imprese lombarde. «»Restituire è il primo passo, poi i cittadini votano chi lavora bene». Buffagni è stato eletto nel collegio plurinominale di Milano nord, dove si è candidato dopo aver scelto di non fare il bis in Regione, dove si diceva che potesse correre da presidente. «Sono contento di questa scelta, l'ho condivisa con le persone care. Sarà un sacrificio, un impegno molto gravoso, ma lo faccio anche per mio figlio e sarà un onore infinito lavorare per migliorare la vita delle persone. Dario (Violi, il candidato governatore, ndr) ha fatto comunque un risultato straordinario, come il 25% del Movimento a Milano».
Igor Iezzi (Lega). "Porto con me Quarto Oggiaro. Ma la cravatta non la metterò"
È il primo deputato che arriva da Quarto Oggiaro. Igor Iezzi, 43 anni leghista ha ottenuto il 39,2 per cento di preferenze nel collegio uninominale Lombardia 08. Domani sarà a Roma per la riunione del gruppo, venerdì il grande giorno con la prima seduta della diciottesima legislatura. Emozionato? «No, quello no, ho lavorato a Montecitorio come giornalista per tre anni, quindi, conosco l'ambiente, ma certamente sono molto curioso». Dismetterà la divisa da militante delle periferie - jeans e felpa «Milano» - per andare alla Camera? «Sì, avrò camicia e giacca, ma la cravatta no, non è obbligatoria». Niente pochette verde per lui, solo una sobria spilletta di Alberto da Giussano.
Sente la responsabilità del mandato che Quarto Oggiaro, periferia simbolo di Milano gli ha voluto mettere in mano: «Compito della politica è non lasciare solo chi è in difficoltà, quindi una delle priorità del mio mandato saranno i quartieri disagiati, compatibilmente con le competenze di deputato - spiega-. Credo che ci siano varie strade per poter risollevare i quartieri popolari». Altri temi? «Voglio portare avanti il tema della gratuità dei nidi, con una proposta di legge nazionale. Per la presidenza della Camera vorrebbe vedere Giancarlo Giorgetti, «mi piacerebbe tantissimo, nonostante abbia tante legislature alle spalle, è un uomo moderno, che potrebbe dare un colpo di vivacità alla Camera, anche se il mio augurio è che dia una mano a Matto Salvini premier...».
Carlo Fidanza (Fdi). "Zona, Comune e militanza le palestre della mia vita"
«Io e Matteo siamo stati colleghi a Palazzo Marino e all'Europarlamento. Siamo amici, ci sfottiamo solo per questioni di tifo». «Matteo» è Salvini, notoriamente milanista e lui, Carlo Fidanza, gli riconosce il diritto-dovere di formare un governo. «Sì, nel perimetro del centrodestra, noi siamo indisponibili ai papocchi». Fidanza è sempre più interista. Non si perde una partita in curva. E Palazzo Marino resta il passaggio più emozionante della sua carriera. Aveva 29 anni quando è stato eletto consigliere. Aveva già fatto il capogruppo in Zona 5, la sua palestra politica insieme alla militanza giovanile in An. L'esordio, suo malgrado, l'avevano deciso i Collettivi studenteschi aggredendolo quando era ancora liceale. Primi anni Novanta, ultimi retaggi di un clima che qualche anno prima aveva lasciato ferite drammatiche. Invece di fare un passo indietro, si iscrisse al Fronte della gioventù. Tutto è iniziato lì e tutto è accaduto, compresa un'epica sfida per la guida di Azione Giovani con Giorgia Meloni: «Ce le siamo date di santa ragione - sorride - poi abbiamo fatto un partito insieme, fili che non si sono mai spezzati, parte di una trama comune. Dopo Strasburgo, Carlo sbarca a Montecitorio. «Sono felicissimo. Anche perché viene premiato l'impegno e il lavoro. Fdi cresce. Aveva 9 deputati in tutto, ora ne fa nove solo in Lombardia. Quintuplichiamo i gruppi. Questo ci ripaga di tutto e ci fa guardare al futuro».
Alessandro Colucci (Nci). Il figlio d'arte dei centristi. "L'incarico tocca a Salvini"
«La Camera la conosco ma questa è un'emozione nuova». Eletto col centrodestra a Palazzolo sull'Oglio, dove ha più che doppiato l'avversaria, Alessandro Colucci ha 43 anni ma non è un neofita delle istituzioni. Figlio d'arte: il padre Francesco di legislature fra Camera e Senato ne ha fatte dieci, un record. Lui, prima di questo esordio è stato tre volte consigliere regionale e assessore per 2 anni. «Ho già varcato questo portone, ora lo faccio da rappresentante dei cittadini, di tutti, miei elettori e non, da legislatore, con la speranza che la mia esperienza sia al servizio di tutti». Laureato in Economia, dipendente in aspettativa dell'Ice, Colucci è nato con la politica nel sangue: «Avere un lavoro - dice - rende più liberi i politici, ma chi fa il politico deve essere un professionista». E ne servirà molta di professionalità, per gestire una fase così concitata. «Per la presidenza delle Camere, spero che ci possiamo liberare il più possibile dalle appartenenze. Una figura alta ma in grado di interpretare la modernità, con freschezza». «E anche in Noi con l'Italia, dobbiamo trovare strumenti nuovi». La politica: «Io sono per unire le forze del Ppe, primo interlocutore è Forza Italia». L'incarico? «Gli elettori hanno sempre ragione. Le elezioni le ha vinte il centrodestra e nel centrodestra la Lega. Giusto che il suo leader rivendichi l'incarico. Poi sappiamo che sarà necessario il supporto del centrodestra e non solo, noi siamo pronti».
Mattia Mor (Pd). Dalla "casa" tv alla Camera: "Opposizione ma costruttiva"
Mattia Mor, 37 anni, volto noto della tv per la partecipazione al Grande Fratello, Uomini e donne, Quelli che il calcio, milanese d'adozione, candidato per il Pd in centro ha portato a casa il 40 per cento di preferenze e ora si prepara alla sua nuova avventura: Camera dei deputati. Emozionato? «Lo sono abbastanza, sono curioso di vedere che cosa accadrà». Il suo volto ha campeggiato per mesi in tutta la città per la campagna di promozione #hosceltoMilano che ha coinvolto 130 personaggi di successo, tra cui il sindaco Beppe Sala. «Volevo fare un racconto positivo della città contro la retorica del lamento che caratterizza Milano. Le persone che hanno partecipato erano entusiaste del progetto». Vip, giornalisti, imprenditori lo sono stati meno quando hanno visto la sua candidatura: l'accusa è di aver usato la campagna per fini elettorali. «La polemica non ha motivo di essere: la mia era un' iniziativa civica personale nata molto tempo prima della campagna elettorale. Poi ho avuto l'onore di ricevere la richiesta a candidarmi alle politiche e ho accettato».
Quali sono le istanze che porterò a Roma? «I temi che ho trattato durante la campagna elettorale: il commercio estero, il made in Italy, il digitale, il lavoro a 360 gradi». Come pensa che si possa fare opposizione in modo costruttivo? «Discutendo in modo serio le nostre proposte». Chi vede alla presidenza della Camera? «Non mi sono fatto un'idea».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.