Il posto è sempre lo stesso. Come il pericolo a prevedibilità zero e, naturalmente, la paura. Viale Alemagna, parco Sempione, tra il castello Sforzesco e Cadorna. Zona di movida, di divertimento e ragazzi di passaggio; la Triennale, alcune tra le discoteche più famose della città, taxi che vanno e vengono fino all'alba. È accaduto proprio lì, in questa area di puro divertimento e luci, che all'alba (erano le 5 di ieri) una studentessa italiana di 22 anni appena uscita da un locale, è piombata nell'oscurità per attimi che devono esserle sembrati un'eternità. Era tranquilla la ragazza, seduta in macchina in attesa dell'arrivo d i alcuni amici che avevano trascorso la serata con lei. All'improvviso la portiera della vettura che si apre, il ghigno di uno sconosciuto dalla pelle scura che blatera parole all'inizio sconnesse. No, non è uno scherzo post discoteca. Quel tipo non ha armi, ma minaccia di stuprarla se non se ne sta zitta e buona e non gli consegna la borsetta.
La poverina non ha parole, è in preda al terrore. Consegna a quel tipo meccanicamente la borsa in preda allo choc che non le permette quasi di respirare. Dentro ci sono i documenti, pochissimo denaro e tutte le cose che una donna si porta dietro in una serata di divertimento. Ottenuto quel che vuole, il balordo si allontana in fretta, approfittando del buio e della vegetazione del parco Sempione.
Sul posto arriva la polizia, chiamata dagli amici che trovano l'amica illesa, ma in preda alla confusione più totale. Gli uomini della questura sperano nelle immagini delle telecamere (poche) della zona. O che qualcuno passato di lì abbia potuto vedere qualcosa. Dal punto di visto investigativo serve tanta pazienza e pochissime illusioni.
E, a proposito di pazienza, la scorsa estate c'era voluta tutta quella a disposizione del brigadiere dei carabinieri del Radiomobile di Milano Domenico Ricci per scovare, in meno di un mese, un gambiano di 26 anni. L'immigrato, la sera del 22 agosto 2016, aveva stuprato infatti un'impiegata italiana di 30 anni che aveva voluto attraversare il parco Sempione intorno a mezzanotte per raggiungere la stazione Cadorna. La giovane donna, mentre camminava, aveva ricevuto una chiamata sul cellulare e si era attardata all'interno del parco senza rendersene conto. All'improvviso, dopo aver realizzato che era davvero tardi e che tutte le uscite dell'area verde erano state sbarrate, la 30enne accelera il passo. Il dramma si materializza in pochi istanti. «Ciao, hai bisogno di qualcosa? Vuoi un passaggio?» è il primo approccio del gambiano, arrivato in sella a una bici nera con venature grigie e riverniciata di fresco. La donna rifiuta con decisione e fa per allontanarsi. A quel punto l'immigrato le si avventa contro: la trascina per i capelli dietro una siepe, la immobilizza tenendole un ginocchio sullo sterno e il collo stretto forte tra le mani e la denuda con violenza. Lei resiste con tutte le forze, si dimena e in qualche modo riesce a far desistere il balordo. Che si rialza, la deruba di portafogli e smartphone e scappa su una bici nera .
La donna si riveste e raggiunge una delle discoteche di viale Alemagna per chiedere aiuto; i buttafuori del locale allertano subito il 112. E qui entra in scena il brigadiere Ricci, che le promette: «Vedrai che lo prendiamo». E, setacciando il parco ogni giorno con in mano l'identikit dell'africano, alla fine ci riesce.
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