Renzi corteggia Pisapia e lo «nomina» ministro Gori: «Io in corsa? Nessuno me lo ha chiesto»


Renzi vuole sparigliare. Giocare tutte le partite. Anche quella delle Regionali. Per lui addirittura «un calcio di rigore». Renzi, si sa, è ottimista e un po' sfrontato. E ai suoi «rottamatori» piacerebbe tanto tirare quello che vedono come un rigore. Ma con chi? Renzi ieri ha citato Lorenzo Guerini, sindaco di Lodi. Ma c'è il terrore di essere percepiti come una corrente tradizionale. E ieri lo ha detto chiaramente anche Giorgio Gori, l'ex direttore di Canale 5 e oggi «kingmaker» di Renzi, che ha acceso sotto il Palazzo Lombardia un fiaccola simbolica. La tentazione di correre dunque c'è. E il nome di Fabio Pizzul non riscuote grandi entusiasmi. «È una persona perbene, me ce ne possono essere anche altri». Come investitura non è un granché. Per ora la richiesta è una sola: primarie.
Anche Gori ha partecipato al corteggiamento di Pisapia: «Un anno fa c'è stato un cambiamento molto forte - osserva Gori - spero che molti di quelli che hanno votato per Pisapia, un anno fa, vogliano essere con noi». Pisapia lo ha ammesso: «Serve un candidato diverso da me, più moderato». E Gori è d'accordo: «Non è questione di moderazione - dice - Forse vuol dire che la Lombardia è grande, che bisogna parlare con tutti, con Milano ma anche con le valli». Poi c'è il profilo ideologico. Serve un candidato capace di parlare «con un linguaggio nuovo», «anche di lavoro», anche con chi «il lavoro lo crea per gli altri». Insomma serve più «appeal» fra imprenditori, professionisti, partite iva. Per «raccogliere - dice Gori - una domanda che arriva da queste categorie».

E a proposito di valli e provincia, Gori è bergamasco, e anche se ieri ha parlato da perfetto militante del Pd, non ha molto a che spartire con la vecchia sinistra. Qualcuno ha fatto anche il suo nome. «Io - sorride - nessuno me l'ha chiesto». Solo una battuta?
Al Gia

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