Rifugiati nell'ex hotel. Sindaco contro governo

Il grande albergo è stato confiscato alla mafia Giunta Pd infuriata. E De Corato: "Assurdità"

Rifugiati nell'ex hotel. Sindaco contro governo

A Muggiò (Monza) il sindaco di centrosinistra si infuria e protesta col governo per la scelta di destinare ai richiedenti asilo un hotel sequestrato alla mafia. E intanto a Corvione (Brescia), ci contano più rifugiati che residenti.

Le ricerche statistiche parlano da tempo di un forte calo degli arrivi, eppure in Lombardia sembra che la sistemazione dei migranti resti un problema.

A Muggiò, il sindaco Maria Fiorito (Pd) si vede piombare in città (23mila abitanti) una quarantina di persone, che vengono destinate all'Imperial Palace. Questo hotel è stato confiscato alla criminalità organizzata e il Comune lo voleva utilizzare per scopi sociali e invece è stato assegnato alla prefettura. Il primo cittadino protesta e scrive al ministro dell'Interno Marco Minniti: «La nostra città - dice comprensibilmente - si è sempre contraddistinta per la sua capacità di accogliere e integrare» e «non intende sottrarsi al suo compito di aprirsi ai migranti», «ma - questo il punto evidenziato al Viminale - desidera che i percorsi di integrazione avvengano in maniera diffusa e condivisa».

La sindaco, scrivendo al ministro, ricorda che il Comune aveva già chiesto l'hotel all'Agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata. Lo aveva fatto il 1° giugno del 2016, rinnovando poi la richiesta un anno dopo, quindi pochi mesi fa.

La lettera di protesta del sindaco di Muggiò, oltre che al ministero dell'Interno, è stata indirizzata per conoscenza ai deputati eletti nella circoscrizione Lombardia 1 e ai consiglieri regionali. L'ha ricevuta anche il capogruppo di Fratelli d'Italia Riccardo De Corato, che condivide le rimostranze dell'amministrazione comunale brianzola: «È il primo caso - dice - di un immobile confiscato alla mafia e assegnato senza neanche avvertire il Comune. Non ricordo casi simili ed è fuori da ogni prassi che non si avverta il Comune; la prefettura ormai fa da affittacamere senza metterlo al corrente e il sindaco giustamente cita una sentenza della Corte costituzionale che prevede la restituzione di beni simili alla collettività». «Avrebbero dovuto decidere insieme - prosegue De Corato - e invece l'amministrazione comunale non ha neanche potuto dire la sua. La lettera è molto dura nei toni e sacrosanta nel merito perché non si possono espropriare così i primi cittadini». Per De Corato una protesta simile, proveniente da un sindaco di sinistra, è un fatto eloquente: «Dimostra che ormai si va a caso.

Inoltre, si dice che non c'è più emergenza, ma è chiaro che non sanno dove metterle queste persone e li sistemano dove possono, senza criterio, ma con quale credibilità e con quali effetti? Anche a Milano, basta girare intorno alla stazione e ai centri di accoglienza per vedere gente che dorme in strada, nonostante il freddo, anche davanti al portone della Scala e nelle Gallerie. L'assessore Majorino cerca e trova posti, ma la situazione è questa, con Vittor Pisani che è un centro di accoglienza all'aperto».

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