Sì ai controlli di vicinato: "Cittadini sentinelle". Oggi la firma del piano

Segnalazioni con gli strumenti informatici Ma niente divise, simboli politici e pattuglie

Sì ai controlli di vicinato: "Cittadini sentinelle". Oggi la firma del piano

I residenti attori della sicurezza. Lo Stato apre alla sicurezza partecipata dai cittadini, che diventano «sentinelle della legalità». Oggi il prefetto, Luciana Lamorgese e una quarantina di sindaci di vario orientamento firmeranno il «Progetto controllo del vicinato»». Nel protocollo d'intesa è previsto un riferimento all'impiego di strumenti tecnologici, quindi si può pensare all'uso di Whatsapp o di altri dispositivi che consentano di creare una rete, mentre le forze dell'ordine restano ovviamente le vere protagoniste di ogni intervento concreto. I cittadini collaboreranno, e questo sarà un supporto per Polizia e Carabinieri e un sollievo per gli stessi residenti, in termini di «percezione». Si torna con la memoria a 9 anni fa, quando il governo guidato da Silvio Berlusconi, con Roberto Maroni all'Interno, dette il via all'esperimento dei «volontari per la sicurezza» presentandolo col ministro proprio a Milano, in via Moscova.

«L'accordo - dice la prefettura - valorizza la collaborazione con i cittadini, che, in qualità di importanti e vigili sentinelle della legalità, potranno contribuire all'innalzamento degli standard di sicurezza della propria comunità». Le amministrazioni, da parte loro, dovranno promuovere «campagne di sensibilizzazione nei confronti dei cittadini, che saranno invitati a fornire il loro contributo». Escluso ogni pattugliamento. «I cittadini - si precisa - svolgeranno un'azione di mera osservazione, segnalando, attraverso i propri coordinatori, alle Polizie locali». Dovranno astenersi «in ogni caso dall'assumere comportamenti incauti od imprudenti, che potrebbero determinare situazioni di pericolo» e sarà vietato l'uso di uniformi, emblemi, simboli» dello Stato, Vietati anche i riferimenti a movimenti politici e sindacali, e le sponsorizzazioni private.

Entusiasti i sindaci. «Siamo contenti di essere stati tra i primi Comuni a credere nel controllo di vicinato - dice Roberto Di Stefano di Sesto» che parla di «uno strumento utilissimo». «Tantissimi - dice - gli episodi sventati grazie alle chat dei vari gruppi del controllo di vicinato». «A breve - annuncia - installeremo i cartelli nei vari quartieri, insieme al sistema di videosorveglianza che stiamo implementando andiamo verso un sistema integrato di segnalazioni dai cittadini alle forze dell'ordine».

«Risposta importante» dice anche la prima cittadina di Senago, Magda Beretta, che ricorda di aver inserito questo punto nel suo programma. «A seguito della firma - annuncia - avvieremo concretamente il progetto in quattro zone della città. I cittadini devono sentirsi sicuri nelle loro abitazioni e nella loro città».

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