Il segretario più possibilista: «Ottimo ma senza bandiere o investiture»

«Un patto con i moderati», una coalizione diversa, un quadro politico «sparigliato». In modo più o meno diretto, sono molti i segnali politici indirizzati all'Udc e dintorni. Da Roberto Formigoni, Gabriele Albertini e da quanti lavorano per sostituire l'alleanza esclusiva fra Pdl-Lega con uno schema più ampio, o diverso - che poi richiamerebbe in servizio l'antica Casa delle Libertà, anche se in quadro del tutto nuovo. Ma gli uomini di Pierferdinando Casini sembrano poco propensi a costruire formule politiche del genere, anche se al loro interno hanno posizioni diverse. L'Udc lombarda sta discutendo il da farsi proprio in queste ore, con una serie di incontri a vario livello che culmineranno con la direzione di domani sera. E, con il tradizionale stile un po' felpato degli ex dc, emergono i primi orientamenti sulla fine della legislatura regionale e soprattutto sugli scenari aperti da una campagna elettorale che già ieri è iniziata con comizi e gazebo fra Milano e Varese. Proprio i rapporti con Pdl, Lega e con la sinistra sono al centro della discussione, insieme ai nomi sul tappeto per il dopo-Formigoni.
È categorico nel chiudere al centrodestra l'ex segretario regionale Savino Pezzotta (il candidato del 2010 che ha raccolto il 4,7% - mentre il partito si è fermato al 3,7). Pezzotta propone addirittura «un po' di penitenza all'opposizione» per i partiti che hanno governato finora al Pirellone (fra l'altro alleati a lungo con l'allora Ccd). «Spiace ma è finita, e male - dice - serve una discontinuità forte». Pezzotta boccia il patto fra «moderati», con o senza Lega. E altrettanto deciso è il suo «no» all'ex sindaco di Milano Gabriele Albertini, che già nel 2011 era stato per qualche mese in ballo come possibile candidato (anche) con il Terzo polo per Palazzo Marino: «Alla fine non stringe mai - attacca Pezzotta - e a me non capita mai di farmi portare a passeggio per più di una volta». «Non vogliamo faccini - aggiunge riferendosi ai nomi circolati in queste ore - serve una personalità con uno spessore da capo di governo». E pare scettico su Umberto Ambrosoli, avvocato molto corteggiato a sinistra.
Piuttosto diverso, non solo nei toni, il giudizio dell'attuale segretario regionale Christian Campiotti, che da qualche mese è subentrato proprio a Pezzotta. Scarta anche lui un patto Pdl-Lega-Udc - sebbene proprio per un'alleanza del genere abbia fatto l'assessore a Varese. «Mi pare che la scarti anche la Lega» spiega. Non chiude del tutto, invece, all'ipotesi un dialogo con il Pdl: «Dipende molto da cosa sarà il Pdl - riflette - e dal modo in cui si arriverà a programma e candidato». Le condizioni, per i due poli, soni queste: «Non a candidati di bandiera».

E Albertini? «Ottimo candidato, ma con una soluzione di continuità». Non può essere «un'investitura di Formigoni» specifica. Discorso speculare per Ambrosoli: «Ottimo nome, valuteremo se avranno la forza per una proposta».

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