Aveva staccato l'orecchio di un tassista a morsi. Ora sarà costretto a lavorare con i ragazzi di una cooperativa sociale di Milano occupandosi di sport. Quattro mesi sarà la durata della pena per il bodybuilder 30enne Antonio Bini: il giudice ha infatti accettato la richiesta di «messa alla prova ai servizi sociali», con conseguente sospensione del processo a suo carico per lesioni aggravate dai futili motivi. La vicenda era iniziata dopo un litigio per la viabilità lo scorso 28 novembre, nei pressi della stazione Centrale nel capoluogo lombardo. Il processo era partito subito dopo. Bini, finito agli arresti domiciliari il giorno stesso dell'aggressione, è tornato libero il 9 febbraio scorso in seguito al risarcimento di 28 mila euro (più 5mila di spese legali) a Pier Federico Bossi, l'autista del taxi a cui staccò il lobo di un orecchio. Il tassista dopo l'aggressione era stato trasportato all'ospedale Niguarda, dove gli era stato ricucito il pezzo di orecchio. Aveva anche riportato la rottura del naso e la lussazione di una spalla.
In un primo momento Bini si era difeso dicendo di essere stato provocato con la frase Picchiami, picchiami, tanto io sono del mestiere e di non ricordare molto bene l'accaduto, escludendo di aver morso l'autista. Ma come ripreso dalle telecamere della zona, dopo una lite seguita a un incidente evitato, i due fermatisi poco distante sarebbero quindi venuti alle mani.
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