«La posa della prima pietra avverrà a gennaio» aveva detto in un eccesso di ottimismo il ministro dell'Agricoltura con delega all'Expo, Maurizio Martina, alla fine di settembre. «Diciamo a febbraio» l'aveva corretto più per pragmatismo che per scaramanzia l'allora presidente del consiglio, Matteo Renzi. Accadeva a Milano, in via Rovello, a un appuntamento sul prossimo futuro di Human Technopole. Si era spinta ancora oltre il ministro dell'Istruzione e della Ricerca, Stefania Giannini. «Lo Human Technopole sarà completato entro il 2018», aveva previsto, immaginando che sarebbe stato installato a tempi da record nell'area dell'Expo. Due mesi e mezzo dopo, se Martina è ancora l suo posto, la Giannini non è più ministro. E basta già questo ad accendere un brivido lungo la schiena dei ricercatori sicuri di aver trovato una casa di prestigio mondiale che li invogliasse a restare in Italia o addirittura a fare marcia indietro da altri Paesi.
Oggi, ripensando a quella giornata milanese in via Rovello, le pose e le pietre sembrano fantascienza. Non i finanziamenti, messi nero su bianco sulla legge di bilancio dal governo Renzi prima dell'addio. Ma i tempi del progetto e della sua realizzazione non sono più certi in una città che si ritrova se non orfana, almeno senza un padre certo su un pezzo del suo domani. Human Technopole, il polo scientifico destinato alla ricerca avanzata in ambito biomedico, alle scienze della vita, alla prevenzione e alla cura del cancro e delle malattie neurodegenerative, alla genomica di base, all'agroalimentare e ala nutrizione. Millecinquecento scienziati da tutto il mondo.
«Bisogna vedere se il governo confermerà in pieno gli impegni presi sul futuro del sito» dice Francesca Brianza, assessore al Reddito di autonomia con delega al post Expo. Lei non cede al disfattismo: «A oggi non ci sono novità e Arexpo prosegue con la sua progettualità. Sarebbe un cambio di rotta incomprensibile. Non è un gioco. Non si sta scherzando e non si possono cambiare le carte in tavola. È una partita troppo importante e noi abbiamo tempistiche già fissate, che ci auguriamo siano attuate a breve».
Brianza non pensa solo al cosiddetto «fast post», ovvero all'uso temporaneo dell'area Expo, ma al definitivo sviluppo. «Nel corso dell'ultima assemblea Arexpo del 30 novembre si è formalizzato l'ingresso del governo in Arexpo, che in questo momento sta procedendo sulla mission» aggiunge Brianza. E ancora: «Prima di questo nuovo governo è stato siglato il Patto per la Lombardia. È una partita troppo importante e di interesse che va ben oltre Milano e la Lombardia perché il governo si possa chiamare fuori. Anzi, a breve è prevista la presentazione del bando per il masterplan. A oggi non ci sono notizie contrarie e mi auguro che non ce ne siano».
Però le ragioni di preoccupazione non mancano, tanto che sono state espresse dal presidente della Regione, Roberto Maroni, subito dopo l'insediamento del nuovo governo. «Human Technopole era molto spinto da Renzi. Non so se il nuovo governo avrà la stessa visione e vorrà investire. Non basta metterci qualche soldo per iniziare il progetto, bisogna crederci e bisogna sostenerlo» le parole di Maroni, che ha confermato il suo pieno interesse per il progetto e chiesto che si proceda rapidamente all'istituzione della «cabina di regìa». Ma anche in Lombardia il voto non è lontano e i contorni appaiono più liquidi del previsto.
In Arexpo prevale la cautela, perché anche se Martina è un elemento di continuità e sono stati garantiti gli investimenti pluriennali sia sul Campus che su Human Technopole, resta viva la questione politica, se cioè il neo premier Paolo Gentiloni
confermerà l'interesse e il paternage sbandierati da Renzi. Quel che è destinato d andare avanti in automatico non sarà fermato, ma priorità e acceleratore sul polo scientifico milanese cercano conferme o almeno rassicurazioni.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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