Uccise in casa, movente misterioso

Fermato il fratello e zio delle vittime: «Non ricordo cosa è successo»

Uccise in casa, movente misterioso

Paolino Villa lo aveva detto, tra un bicchiere e l'altro, al bar davanti a casa, sabato pomeriggio, poco prima di sentirsi male. «Da una settimana mia nipote ha lo sguardo fisso, gli occhi sbarrati e non riesce ad alzarsi dal letto». In realtà la donna - Marinella Ronco, ex operaia 57enne - se ne stava sul pavimento della camera da letto, immobile, perché era morta. Com'era morta, lei sì sul letto, sua madre Amalia, 85 anni, sorella vedova del 75enne Paolino. Tutti e tre residenti nello stesso appartamento al terzo piano di via Santuario 29, a Ornago, una trentina di chilometri da Milano.

I cadaveri delle due donne, in avanzato stato di decomposizione, sono stati trovati sabato da un condomino che era andato ad avvertirle proprio del malore dell'anziano e del suo trasporto in ospedale a Vimercate. Il pensionato ieri sera è stato portato in caserma e arrestato per l'omicidio delle due donne. Immerso in un profondo stato confusionale, Paolino Villa non sembra ancora rendersi conto di quanto è accaduto e farnetica frasi senza senso.

Eppure tutti gli indizi degli investigatori dell'Arma di Vimercate portano a lui e le impronte delle scarpe nel sangue rinvenute in tutta l'abitazione durante i rilievi sono le sue. Tuttavia, paradossalmente, per questo tristissimo e terribile duplice omicidio per il momento non esiste ancora un movente che possa definirsi tale.

Secondo il medico legale, dopo aver ucciso sorella e nipote, il 75enne sarebbe rimasto in casa con i cadaveri nella loro camera da letto, per almeno una settimana, pur uscendo regolarmente ogni giorno e continuando la sua routine come nulla fosse successo.

A Ornago si parla di Paolino e Amalia Villa come di persone all'apparenza tranquille, ma anche particolarmente introverse e la stessa opinione riguarda anche la Ronco. In apparenza i tre avevano tra loro rapporti normalissimi però, come spesso accade, nessuno sa cosa veramente accadesse in casa loro.

I vicini hanno spiegato di non aver udito litigi o urla, tuttavia non si può ancora escludere che l'omicidio sia maturato dopo una discussione che la vedova e la figlia hanno avuto con il parente, ancora

una volta in preda ai fumi dell'alcol. Il pensionato infatti da qualche anno non guidava più l'automobile (ma ancora non è chiara la ragione) e si era messo a frequentare con assiduità i bar del paese e a bere parecchio.

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