Tra mito e leggenda, il 31 agosto apre la 68esima Mostra del cinema di Venezia

Pochi giorni al via della 68a edizione della Mostra del Cinema di Venezia, tra speranze e polemiche. A partire dalla giuria guidata da Darren Aronofsky, il regista de "Il cigno nero" e "The Wreater" che ha voluto alcuni film e ne ha scartato altri. Ma c'è chi sostiene che sarà la migliore edizione degli ultimi anni

Tra mito e leggenda, il 31 agosto apre la 68esima Mostra del cinema di Venezia

Mancano pochi giorni al via per la 68a edizione della Mostra del Cinema di Venezia, tra speranze e polemiche a partire dalla sua giuria guidata da Darren Aronofsky, il regista de "Il cigno nero" e "The Wreater" che ha voluto alcuni film e tassativamente scartatoaltrim ma cè anche chi sostiene che sarà la migliore edizione degli ultimi anni.

Sulla carta le occasioni non mancano a partire dalla venuta di George Clooney con "Le idi di marzo". Nulla di nuovo all'orizzonte perchée da sempre la polemica è regina alla vigilia del Festival il primo venuto al mondo. Il cancelli del Palazzo del Cinema delLido si apriranno il 31 agosto e i leoni doro giò sono stati sistemati vicino alla passerella rossa.Questo mito è nato il 6 agosto 1932 quando la mostra si inaugò sulla terrazzadell'Hotel Excelsior del Lido con la proiezione de "Il dottor Jechyl " di Robert Manoulian, una serata disturbata solo dalla pioggia, ma si sa, come dice il proverbiom "festival bagnato, festil fortunato".

Scandali,politici, storie d'amore, proteste per la prenotazione e la scelta degli alberghi dove alloggiano i divi, feste ad invito tutte le sere organizzate da vari sponsor, hanno accompagnato ogni edizione comprese quelle di quando partì l'asse Roma-Berlino con Joseph Gobbels, ministro della propaganda del terzo Reich, vero presenzialista a Venezia. Alcuni si ricorderanno della indignazione per la vena pacifista del film "La corona di ferro" di Alessandro Blasetti, Stando alle idee di Gobbel, un registacome Blasetti in Germania sarebbe stato messo al muro. Contemporaneamente il ministro si intratteneva con l'amabile Douglas Fairbanks jr. il 30 agosto del 1939 poche ore prima dell'invasione della Polonia e lo scoppio della Seconda guerra mondiale.

"Estasi" del 1934 di poche edizioni prima era già considerato un film scandalo. Hedy Lamar, bellissima, faceva il bagno nuda e a raccontare la cronaca di quelle edizioni fu un grande giornalista: Marco Ramperti.Nel primo dopoguerra iniziarono le censure e i divieti, così ne fanno le spese "Il diavolo in corpo" con Gerard Philippe come interprete. Alcuni registi si consorziarono per presentare alcune opere d'avanguardia temendo il giudizio del Vaticano.

Arriva "L'age d'or" di Luis Bunuel, un capolavoro del Movimento Surrealista, i giornalisti avvisati votarono con busta chiusa; lo stesso regista si prende la rivincita l'anno dopo con "La bella di giorno", la storia di una casalinga atipica con la Deneuve. In quegli anni si fece di tutto per non premiare Lucchino Visconti con "Rocco e i suoi fratelli" girato alla Bovisa di Milano con Alain Delon; anche la pellicola di Godard fatta di tanti tagli...con "Le mani sulla città" di Francesco Rosi, un opera di denuncia contro la speculazione edilizia a Napoli, Rondi, futuro direttore della Mostra, protestava con un articolo sul Tempo dall'attacco: "No, no e poi no".

Una mostra che negli anni Sessanta è una sorta di "sogno" con il mito di Brigitte Bardot, Paul Newman, Sofia Loren, Alain Delon, Gina Lollobriggida, Henry Fonda, Sean Connery, Monica Vitti, Claudia Cardinale, Alberto Sordi, Elisabeth Taylor e Richard Burton. Con De Sica anche il Des Bains accoglie i divi e si celebra in quelle sale e nei suoi bagni "Morte a Venezia" di Visconti. Arriva il 1968 e la contestazione non lascia spazio neanche al Festival. Nel 1990 premi a Moretti per "Sogni d'oro", premiato anche Giurato Jonesco e "L'ultima tentazione di Cristo" giudicato dai cattolici un film blasfemo. Arrivano anche film esotici; poi il Vietnam, Taiwan, Macedonia...

Si concluderà il progetto per rifare il Palazzo del Cinema? In campo San Polo a Venezia proseguono come ogni anni le proiezioni dei film che danno nella Sala Grande del Lido. Ma ciò che rimane assurdo è che nella serenissima, capitale del ciak, è rimasta solo una sala di proiezione, un unico cinema, Il Giorgione e nessuna cineteca. Tutto ciò suona molto strano...

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