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Brexit, arriva il via libera ​della Camera dei Comuni

I deputati hanno autorizzato la premier Theresa May ad avviare la trattativa per il divorzio dall'Ue

Brexit, arriva il via libera ​della Camera dei Comuni

La Brexit è più vicina. La legge che darà alla premier britannica, la conservatrice Theresa May, il potere costituzionale di avviare l'uscita del Regno Unito dall'Unione europea, ha ottenuto stasera il via libera della Camera dei Comuni, con una comoda maggioranza e senza emendamenti dell'opposizione. Con 494 voti a favore e 122 contrari, in una sessione in cui decine di deputati dell'opposizione laburista hanno rotto le file del partito respingendo l'attivazione dell'articolo 50 del Trattato di Lisbona, l'aula ha dato il suo ok al testo, che passerà ora al vaglio della Camera dei Lord. Il progetto di legge approderà alla Camera dei Lord il 20 febbraio. Si tratta di una Camera formata da membri che non sono stati eletti alle urne. Nel caso in cui i Lord decidessero di introdurre modifiche al cosiddetto 'Progetto di legge dell'Unione europea (notifica per il ritiro)', il testo tornerebbe ai Comuni prima del passaggio definitivo della regina Elisabetta II. Il leader dei laburisti, Jeremy Corbyn, aveva ordinato ai suoi di allinearsi con il governo e appoggiare la Brexit, ma 52 parlamentari della sua formazione non hanno rispettato questa richiesta, argomentando che le loro circoscrizioni di riferimento avevano scelto di rimanere nell'Ue nel referendum dello scorso 23 giugno. I voti di questi laburisti 'ribellì si sono uniti a quelli del Partito nazionalista scozzese (Snp) e alla maggioranza dei libdem, che si sono espressi contro la legge. L'opposizione aveva messo sul tavolo 142 pagine di emendamenti per provare ad ammorbidire la posizione del governo, favorevole a una 'brexit durà che implichi l'uscita dal mercato unico, ma tutte le proposte sono state respinte nella settimana di dibattito.

May ha ribadito diverse volte in questi mesi che fra le sue priorità ci sarà quella di garantire la situazione dei cittadini Ue che vivono nel Regno Unito, come dei britannici che vivono nel resto dell'Ue, ma in linea con Bruxelles sostiene che la questione si affronterà una volta che comincerà il dialogo formale tra le parti. E per questo nessun impegno scritto in merito. Per rafforzare la posizione del governo, la ministra britannica dell'Interno, Amber Rudd, ha diffuso oggi una nota in cui sottolinea che per i cittadini comunitari nel Regno Unito "niente cambierà" dopo l'uscita dall'Ue. Respinto anche un emendamento laburista che chiedeva all'esecutivo di informare il Parlamento ogni due mesi sui negoziati con Bruxelles. Come pure è stata bocciata la proposta dell'Snp che l'uscita dall'Ue richiedesse il consenso delle tre autonomie (Scozia, Galles e Irlanda del Nord). Per evitare rivolte tra le file dei conservatori, inoltre, May ha assicurato che il Parlamento potrà pronunciarsi sul futuro accordo con Bruxelles prima che il patto venga sottoposto all'approvazione dell'Europarlamento.

La premier spera che il progetto di legge sulla Brexit sia pronto per entrare in vigore ai primi di marzo, in modo da potere approfittare del vertice Ue in programma per il 9 e 10 marzo prossimi per notificare ufficialmente ai 27 partner del blocco l'uscita del Regno Unito.

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