Il momento di illustrare l'offerta finale (tanto attesa) di Boris Johnson all'Unione europea per l'uscita del Regno Unito dall'Europa è arrivata. E sulla Brexit, il premier inglese sembra convinto: niente negoziati. La Gran Bretagna sarà fuori dall'Ue "accada quel che accada", parola del premier che, durante il suo discorso, in occasione della convention dei conservatori 2019, a Manchester, ha chiesto un nuovo accordo o un No Deal, cioè l'uscita senza accordo il 31 ottobre, a ogni costo (nonostante una legge delle opposizioni che lo obbligherebbe a chiedere un rinvio in caso di mancato accordo tra Londra e Ue). Secondo quanto ricostruito, questa opzione (quella dell'addio a ogni costo) rappresenterebbe un'ultima provocazione, un tentativo da parte dei conservatori di esasperare l'Ue in maniera definitiva (visto che la proposta non potrebbe essere accettata dai 27 Paesi all'unanimità). Per Johnson, invece, si tratterebbe di un compromesso "equo e ragionevole".
La proposta sull'Irlanda
In base a quanto riportato dal Telegraph, Johnson offrirebbe all'Europa un'Irlanda allineata al mercato unico, anche fino al 2025, con un sistema di "doppio confine", uno cioè tra Gran Bretagna e Irlanda del Nord e uno tra quest'ultima e Irlanda, in modo da limitare al massimo i controlli alla frontiera. Ma questo "patto" potrebbe non essere sufficiente per tranquillizzare l'Europa, perché secondo i piani del premier inglese, Belfast uscirebbe comunque dall'unione doganale europea insieme al resto del Regno Unito e tornerebbero alcuni checkpoint tra Dublino e Belfast e il mercato unico europeo non sarebbe abbastanza preservato.
Il no dell'Irlanda
Probabilmente questa sarà una delle ragioni che convincerà sia l'Ue che l'Irlanda a non accettare l'offerta finale di Johnson. Il che renderà i passaggi della Brexit ancora più complessi (e non scontati). In Irlanda, infatti, le reazioni sono state diverse: il ministro degli Affari europei a Bublino, Helen McEntee, ha già parlato di un'offerta "prendere o lasciare" con aspetti "inaccettabili" e l'opposizione, Fianna Fail, di proposte "impraticabili e illegali".
Intanto, gli stati membri dell'Ue hanno approvato la proposta della Commissione per permettere di utilizzare il Fondo europeo di aggiustamento della globalizzazione per aiutare i lavoratori dipendenti e autonomi, le cui attività potrebbero subire delle ripercussioni a causa dell'uscita del Regno Unito senza un accordo. Gli ambasciatori degli Stati membri hanno accettato l'adozione della proposta attraverso una procedura di urgenza, senza emendamenti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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