Mondo

Francia, Macron vuole status e soldi per Brigitte: una petizione per impedirlo

Emmanuel Macron vuole ufficializzare lo status della première dame: ufficio all'Eliseo, staff e budget, ma una petizione per impedirlo ha già raccolto quasi 200mila firme

Francia, Macron vuole status e soldi per Brigitte: una petizione per impedirlo

Il neoeletto presidente francese vuole istituzionalizzare il ruolo di sua moglie Brigitte Macron facendo di lei la prima "Première Dame" ufficiale di Francia.

Si tratta di una misura annunciata già durante la campagna elettorale e ribadita a poche ore dall'elezione come ottavo presidente della V Repubblica. "Dobbiamo mettere fine a una forma di ipocrisia - aveva detto ad aprile l’allora candidato di En Marche! in un’intervista al canale Tf1 - bisogna dare uno status ufficiale alla première dame o al premier homme, insomma al partner del presidente”.

Benché spesso la consorte del presidente sia impegnata pubblicamente, con compiti istituzionali e impegni soprattutto in campo umanitario, il ruolo della moglie del presidente francese non è né scritto nella Costituzione né è previsto da nessun protocollo. Ora Emmanuel Macron vuole cambiare le cose conferendo alla première dame uno status ufficiale e riconoscendo quindi a pieno titolo il suo impegno, come qualunque altro incarico all’Eliseo.

La proposta

La proposta di Macron per creare un ruolo ad hoc per la consorte del presidente prende come modello quello americano della "First Lady" e si basa su tre punti: uno statuto, un ufficio all’Eliseo e un budget per i collaboratori. Non è prevista una retribuzione, quindi, per i compiti svolti dalla moglie del presidente, ma dovrà essere previsto un budget per le sue spese e per pagare i suoi collaboratori fissi, un ufficio all'Eliseo e uno staff.

D'altronde, prima di Brigitte Macron, che attualmente ha un paio di segretarie e due collaboratori, anche Carla Bruni Sarkozy ha avuto uno staff di 8 persone, mentre Valérie Trierweiler, la prima compagna di Hollande aveva 5 collaboratori. Dal punto di vista diel neo presidente, dunque, si tratterebbe insomma di ufficializzare una situazione già esistente, ma non tutti sono d'accordo.

Gli oppositori

C'è chi pensa che in Francia venga eletto un presidente e non una coppia presidenziale, chi ritiene che il modello della First Lady americano sia contrario ai valori francesi e chi, in un periodi di tagli ai fondi pubblici, trova contrario alla moralità pubblica e ai tagli imposti agli eletti della Repubblica conferire un budget alla première dame. E infatti, la proposta di Macron, che arriva proprio mentre all’Assemblée Nationale si dibatte di moralizzazione della vita pubblica e si vieta per legge il conferimento di incarichi di assistenti o segretari ai parenti dei parlamentari, ha sollevato diverse proteste.

Due settimane fa Thierry Paul Valette, il fondatore del movimento "L’Égalité nationale", ha lanciato una petizione on-line, per opporsi alla proposta di Macron, che ha già raccolto 90 mila firme tra sabato e domenica e altre 70 mila nelle ultime ore. “Non vi è alcuna ragione perché la moglie del capo dello Stato possa ottenere un budget con dei fondi pubblici”, si legge nel testo della petizione pubblicata sulla piattaforma change.org. “Non siamo negli Usa, dove da diverso tempo la first lady ha un ruolo ufficiale. Siamo in Francia, dove abbiamo i nostri valori, che funzionano”, ha spiegato poi all’Express il promotore, che ha anche detto di voler raccogliere fino a mezzo milione di firme.

Inoltre, secondo alcuni sondaggi recenti, citati da il Fatto Quotidiano, pare che il 68% dei francesi sia contrario alla creazione di uno statuto che assegni nuove prerogative a Madame Macron.

I sostenitori

Ma c’è anche chi, invece, è d'accordo con Macron e difende la proposta, come l’editorialista politico Dominique de Montvalon, secondo il quale la première dame ha già di fatto compiti istituzionali e impegni soprattutto in campo umanitario, quindi sarebbe ipocrita negare un inquadramento ufficiale del suo ruolo.

Nello specifico, Brigitte Macron è attiva nel campo della cultura, dell’educazione e del sostegno ai bimbi autistici.

Commenti