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"Io, vittima di bullismo, ma ora vi sparo". Ecco chi era il killer di Monaco

L'attentatore sarebbe il 18enne Ali Sonboly, nato in un quartiere popolare di Monaco da un tassista di origine iraniana

"Io, vittima di bullismo, ma ora vi sparo". Ecco chi era il killer di Monaco

"Sono stato vittima del bullismo per 7 anni e ora ho dovuto comprare una pistola per spararvi". Solo le parole del killer di Monaco, che ieri sera ha seminato il panico in tutta la città dopo aver sparato all'interno di un centro commerciale e uccidendo 9 persone.

Nato in Germania ma con origine iraniana, il 18enne - suicidatosi dopo la strage - sarebbe Ali Sonboly, figlio di un tassista e di una donna che lavora in un altro centro commerciale, come raccontano i media britannici. La famiglia viveva in una casa nella zona di Maxvorstad, setacciata per tutta la notte alla ricerca di elementi utili alle indagini. "Sono nato qui, Sono cresciuto qui nell'area Hartz4", ha gridato il giovane a un uomo che lo ha apostrofato con un "Maledetti stranieri". Un dialogo, quello con un cittadino che lo filmava, che potrebbe dare qualche indizio in più sul movente della strage. Forse i continui abusi di cui sarebbe stato vittima e a cui accenna nel surreale scambio di battute pochi secondi prima dell'attentato.

Il 18enne non era conosciuto alle forze dell'ordine, ma era in terapia psichiatrica: "Era in cura per crisi depressive", ha spiegato la polizia. Pare inoltre che passasse tanto tempo davanti al computer e ai videogiochi "sparatutto", oltre ad avere quasi un'ossessione per le sparatorie di massa, soprattutto quelle che hanno coinvolto studenti. "Conosco questo maledetto, il suo nome è Ali Sonboly, era in classe mia, lo prendevamo sempre in giro e lui diceva sempre che ci avrebbe ucciso", avrebbe raccontato oggi, secondo il Daily Mail, un suo compagno di classe in un messaggio anonimo postato su una chat room tedesca.

Un massacro premeditato: è stato lui infatti a lanciare un'esca tramite un post su Facebook in cui una certa Selina Akim invitava tutti a recarsi al McDonald's in cui poi c'è stata la strage: "Venite oggi alle 16 al Meggi all'Oez", si legge nel messaggio, "Vi offro qualcosa se volete, ma che non sia troppo costoso".

Poi avrebbe impugnato una pistola Glock con matricola abrasa e comprata forse al mercato nero, indossato uno zaino con dentro almeno 300 proiettili (tanti ne sono stati trovati dopo la sua morte) e sarebbe salito sul tetto del centro commerciale per poi raggiungere il fast food dall'altro lato della strada.

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