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"Il Signore degli Anelli vittima del politicamente corretto": bufera online contro la serie Amazon

"Ci è sembrato naturale che un adattamento del lavoro di Tolkien riflettesse l'aspetto reale del mondo", ha affermato il produttore esecutivo Lindsey Weber. Il Signore degli Anelli vittima del politically correct, scatta la protesta online

 "Il Signore degli Anelli vittima del politicamente corretto": bufera online contro la serie Amazon

Molti fan di Tolkien non hanno per nulla gradito il primo teaser della nuova serie Amazon Prime Video Il Signore degli Anelli: Gli anelli del potere mostrato per la prima volta durante il Super Bowl di domenica. Il motivo è semplice: fra elfi e nani neri, la serie, in onda dal prossimo 2 settembre - il programma televisivo più costoso mai realizzato da Amazon Studios - sembra strizzare eccessivamente l'occhio alla nuova moda del politicamente corretto. Un Tolkien in versione "woke", secondo i canoni estetici del progressismo identitario. Ne è nata così una protesta sotto forma di "comment bombing" che ha preso di mira la pagina Youtube del teaser. Migliaia i commenti, tutti con medesima citazione tolkeniana: "Il male non è in grado di creare nulla di nuovo, può solo distorcere e distruggere ciò che è stato inventato o fatto dalle forze del bene". Il cast "woke" e forzatamente multiculturale scelto da Amazon non piace affatto ai fan di vecchia data dello scrittore e studioso britannico.

La serie, inoltre, spiega The National News, girata in Nuova Zelanda e nel Regno Unito, non è basata su un romanzo specifico di Tolkien, ma ne è ispirata, e porta sullo schermo, per la prima volta, le "leggende eroiche della leggendaria storia della Seconda Era della Terra di Mezzo", secondo Amazon Studios. Lo studio promette che "porterà gli spettatori indietro a un'era in cui sono stati forgiati grandi poteri, i regni sono saliti alla gloria e sono caduti in rovina, eroi improbabili sono stati messi alla prova, la speranza è stata appesa ai fili più sottili e il più grande cattivo che sia mai scaturito dalla penna di Tolkien minacciava di coprire tutto il mondo nelle tenebre". Gli stessi Amazon studios confermano di aver riletto l'autore inglese secondo i canoni della modernità: "Ci è sembrato naturale che un adattamento del lavoro di Tolkien riflettesse l'aspetto reale del mondo", ha detto il produttore esecutivo Lindsey Weber a Vanity Fair, che ha recentemente pubblicato diverse foto della serie. "Tolkien è per tutti. Le sue storie parlano delle sue razze immaginarie che fanno del loro meglio quando lasciano l'isolamento delle proprie culture e si uniscono". Un vero e proprio inno al multiculturalismo.

Così Amazon si piega al politicamente corretto

Come già anticipato nelle scorse settimane, Amazon Prime introdurrà nella nuova serie dedicata a Il Signore degli Anelli una "tribù multietnica", ritraendo così i Pelopiedi (Harfoots), una delle tre razze di Hobbit che abitano al di là delle Montagne Nebbiose, nelle Terre Selvagge, originariamente descritta da Tolkien come più piccola e dalla pelle più "abbronzata" e scura rispetto agli altri Hobbit. Nell'universo di Tolkien, gli Harfoots sono fisicamente meno possenti, hanno le mani piccole. Amano vivere presso le colline, all'interno delle quali costruiscono le tipiche case hobbit dette Smíal. Se ci fossero dubbi dubbi sulla trasposizione televisiva all'insegna del politically correct, basta ascoltare le parole pronunciate dall'attore Sir Lenny Henry ai microfoni della Bbc: "Siamo Hobbit ma ci chiamiamo Harfoot, siamo multiculturali, noi siamo una tribù, non una razza, quindi siamo neri, asiatici e scuri, ci sono anche dei tizi Maori". I primi scatti diffusi in questi giorni hanno confermato le indiscrezioni delle scorse settimane e riacceso le polemiche sulle concessioni al politically correct della serie.

Gli elfi e i nani neri ne sono la prova. Ismael Cruz Cordova vestirà infatti i panni di Arondir, un "elfo silvano", personaggio originale della serie che come spiega Everyeye, Tolkien non aveva mai nominato nei suoi scritti. L'attore, nato a Puerto Rico nel 1987, ha la pelle scura e non rientra per nulla nel canone estetico elfico tradizionale. Accanto ad Arondir ci sarà anche la prima donna nana di colore: si tratta di Disa, mostrata anche lei nel teaser del Super Bowl. Altra forzatura della nuova serie de Il Signore degli Anelli che a molti fan non è piaciuta per nulla.

Tolkien, cattolico e "conservatore": se ne facciano una ragione i fondamentalisti "woke"

Di destra o di sinistra? Sarebbe sbagliato strumentalizzare e banalizzare il pensiero del professore fino a questo punto. Tirato per la giacchetta da ogni ideologia e fazione politica da decenni, ciò che si può tranquillamente affermare è che il professor Tolkien era un sincero cattolico e un conservatore vecchio stampo e chissà cosa penserebbe delle riletture "woke" delle sue opere. Come riportato in Lettere (p. 273, numero 142), epistolario che raccoglie le 354 lettere scritte dall'autore inglese dal 1914 fino alla morte, "ovviamente Il Signore degli Anelli è fondamentalmente un'opera religiosa e cattolica; all'inizio lo è stato inconsciamente, ma lo è diventata consapevolmente nella revisione. È per questo motivo che non ho inserito, o ho eliminato, praticamente ogni riferimento a qualsiasi tipo di religione, culto o pratica religiosa, nel mondo immaginario. L'elemento religioso è infatti insito nella storia e nel simbolismo". Nel Signore degli Anelli, insisteva l'autore in un'altra lettera, "il conflitto essenziale non riguarda la libertà, anche se è naturalmente compresa.

Riguarda Dio e il suo diritto esclusivo agli onori divini".

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