"All'improvviso siamo rimaste bloccate nel negozio e la confusione ha iniziato a diffondersi tra la gente". Arriva da Barcellona la testimonianza di Julia Monaco, 26enne australiana, della città di Melbourne, sfuggita all'attentato sulla rambla, che mentre il furgone piombava sulla folla era in un centro commerciale con un'amica.
Una delle molte storie che arrivano dal capoluogo della Catalogna, che si è risvegliato oggi con la consapevolezza del peso enorme di tredici vittime, due delle quali italiane, Bruno e Luca, e con centinaia di feriti che ancora affollano gli ospedali cittadini, mentre continua la caccia all'uomo responsabile della strage.
Una storia che ha però dell'incredibile, perché Julia, che da tre mesi è lontana da casa, ha sfidato la morte tre volte in questi mesi. Era a Londra il 4 giugno, quando un uomo guidava un furgone contro i passanti sul centralissimo London Bridge, chiusa in metropolitana per disposizioni delle autorità. Era a Parigi il giorno dell'incidente a Notre Dame, quando un uomo attaccò un poliziotto con un martello.
"Un minuto stavo comprando delle magliette, quello dopo correvo per allontanarmi dalle finistre", ha scritto ieri su twitter Julia, raccontando poi di come sia scampata all'attentato a 3AW Radio Melbourne.
"Non voglio tornare a casa - ha raccontato la Monaca all'emittente australiana -.
Voglio restare qui. Non lascerò che vincano loro".E tra chi ha rischiato più volte c'è anche Chris Pawley. Britannico, 30 anni, per un pelo ha evitato l'esplosione a Manchester, al termine del concerto di Ariana Grande.
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