Gerusalemme - Nuova puntata nelle trattative di pace tra Israele e Palestina. Abu Mazen, presidente palestinese, ha infatti annunciato che venerdì prossimo chiederà all’Assemblea Generale e al Consiglio di sicurezza dell'Onu di riconoscere il suo Stato con capitale Gerusalemme Est capitale e i confini del ’67.
In un discorso alla dirigenza palestinese, il presidente ha ribadito che "la nostra opzione è il Consiglio di sicurezza. Quanto alle altre opzioni, decideremo al momento opportuno". Poi ha precisato: "Vogliamo delegittimare l’occupazione, non lo Stato di Israele".
La proposta non è però piaciuta né a Israele, né agli Usa, che preferiscono raggiungere tale riconoscimento tramite un negoziato di pace. Il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, ha infatti sottolineato come "la pace non si otterrà con una iniziativa unilaterale all’Onu, nè unendo le forze con il gruppo terrorista Hamas. La pace si raggiunge solo attraverso negoziati diretti con Israele". Netanyahu accusa inoltre l’Anp di voler in questo modo evitare "colloqui diretti con Israele".
Contro l'iniziativa, giudicata "solitaria", "rischiosa" e "vuota di contenuti", si è schierato anche il gruppo estremista Hamas che controlla la Striscia di Gaza: "Presenta numerosi rischi e può costituire una violazione dei diritti nazionali, come il diritto al ritorno, il nostro diritto alla resistenza e all’autodeterminazione", ha detto un portavoce, "Noi affermiamo che questa azione solitaria non è fondata su un consenso nazionale".
Di contro, l'Europa si limita a prendere atto della proposta e a "credere che una soluzione costruttiva che possa ottenere il maggior sostegno possibile e permettere una ripresa dei negoziati è la migliore e l’unico modo per raggiungere la pace e alla soluzione dei due Stati che il popolo palestinese auspica", come ha riferito la portavoce Maja Kocijancic, che ha ricordato inoltre che l'Ue raddoppierà "i nostri sforzi,
insieme ai nostri alleati nel Quartetto - Stati Uniti, Russia, Ue ed Onu, ndr - per rilanciare dei negoziati fra le parti il più presto possibile, questo resta il solo modo per mettere fine al conflitto".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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