Cronache

Nave incagliata al Giglio: 3 morti, 50 dispersi Il comandante in carcere: "Imperizia e fuga"

Morti due francesi e un peruviano stanotte nell'incidente alla nave da crociera Costa Concordia incagliatasi vicino all'Isola del Giglio. I timori del sindaco di Orbetello: "I morti sono di più". A bordo c'erano 4229 persone: all'appello mancano una cinquantina di persone. Con il calare del sole i sommozzatori hanno interrotto le ricognizioni: riprenderanno domani. Circa settanta i feriti, grave un cuoco. Recuperata la scatola nera. Bufera sui soccorsi: l'allarme dato un'ora dopo l'impatto. I testimoni: "Personale non idoneo a prestare soccorso, pochi i salvagenti". La compagnia: "Procedure eseguite nei tempi corretti". Aperta un'inchiesta per omicidio colposo: nave arenata a 4 miglia fuori dalla rotta di sicurezza. Il comandante: "Traiettoria giusta, urtato uno scoglio non segnalato". L'equipaggio accusa: "Eravamo troppo vicini alla costa". L'Aduc: "I rimborsi possono essere chiesti solo entro 10 giorni" VIDEO: La nave ormai affondata - Le prime immagini - Il battesimo sfortunato - L'incidente del 2008 FOTO : L'imbarcazione - I soccorsi. La notizia sui principali siti stranieri. Cent'anni fa la tragedia-simbolo del Titanic: ecco le fotografie dell'archivio storico

Nave incagliata al Giglio: 3 morti, 50 dispersi Il comandante in carcere: "Imperizia e fuga"

Panico al largo dell'isola del Giglio, nell'arcipelago toscano, dove ieri sera una nave da crociera Costa Concordia, ha urtato gli scogli, a qualche miglio dalla costa, per poi proseguire la navigazione e solo in un secondo momento arenarsi a un miglio dalla costa. Smentita quindi l'ipotesi che l'imbarcazione viaggiasse a meno della distanza di sicurezza di 5 miglia dall'isola. Uno squarcio di almeno 70 metri nella carena ha fatto sì che iniziasse a imbarcare acqua e a inclinarsi fino ad arrivare quasi a 90°.

Lo scontro è avvenuto intorno alle 21,30, mentre l'ordine di evacuazione è partito solo un'ora dopo, intorno all 22,40. Nel panico che si è scatenato a bordo sono morti due turisti francesi, Francis Servel e Jean Pierre Micheaud, e un marinaio peruviano, Thomas Alberto Costilla Mendoza. Almeno 67 i feriti, di cui due gravi. Uno dei due è il cuoco, originario del Bangladesh, già operato alla colonna vertebrale. Subito dopo l'urto il capitano Francesco Schettino ha cercato di portare l'imbarcazione il più vicino possibile alla costa. Questo - insieme al fatto che i passeggeri erano a cena e che quindi nessuno era in cabina - ha permesso di evitare una strage.

Il comandante della Concordia Francesco Schettino assicura che lo scoglio che ha squarciato la carena non era segnato sulle carte nautiche, ma i soccoritori smentiscono. "Eravamo troppo vicini alla costa", accusano inoltre alcuni membri dell’equipaggio della Concordia, "È stato sicuramente un gravissimo errore umano. La rotta era quella di sempre, ma quando si naviga sotto costa non si utilizza più il pilota automatico ma quello manuale. È quindi a discrezione del comandante scegliere la distanza di navigazione dalla costa e questa volta ha osato troppo e a quel punto non c’è stato più nulla da fare". In serata il comandante è stato fermato dal procuratore capo di Grosseto Francesco Verusio che ha diretto personalmente le attività investigative insieme ai carabinieri e alla capitaneria di porto. Schettino è stato trasferito al carcere di Grosseto.

L'imbarcazione era partita ieri sera alle 19 da Civitavecchia per un giro del Mediterraneo con scalo a Savona, con a bordo 4229 persone. All'appello mancano una cinquantina di persone, probabilmente già sbarcati, ma non ancora identificati. Con il calare del sole i sommozzatori hanno interrotto le ricognizioni intorno alla nave. Le operazioni riprenderanno domani mattina all’alba. "La speranza - viene spiegato - è che ci siano le condizioni di sicurezza per ispezionare cabine e ponti situati nella parte sommersa della nave, proprio dove c’è il timore che si possano trovare alcune delle persone che mancano all’appello".

Dopo aver messo in salvo i passeggeri che si trovavano sugli unici quattro ponti che erano in sicurezza, i vigili del fuoco hanno ispezionato, anche con l'aiuto di sommozzatori, tutti i ponti alla ricerca di eventuali dispersi.

Paura a bordo, dove per i passeggeri il primo pensiero è andato sicuramente al Titanic e alla ricostruzione cinematografica fatta da James Cameron. Se, grazie anche alle diverse condizioni, è stata evitata una tragedia di proporzioni simili, scoppia la polemica sui soccorsi, partiti in ritardo secondo i testimoni e condotti da un equipaggio quasi interamente formato da asiatici, gran parte dei quali "non parlava italiano e non sapeva cosa fare e nè ovviamente ci dava indicazioni". Nel momento in cui la nave ha urtato la scogliera, i passeggeri erano a cena, come racconta uno di loro: "Ha cominciato a tremare tutto, la luce è andata via e la gente ha cominciato a gridare aiuto. Un’ora dopo è suonata la sirena ed è stato dato l’ordine di evacuazione. Siamo andati alle scialuppe, ma non tutte andavano in acqua, alcune sono cadute sui ponti e c’è chi è rimasto ferito o contuso. Era buio e non sapevamo cosa fare. La gente cadeva in terra mano a mano che la nave si inclinava. C’era anche chi si buttava in acqua".

Un'altra supersite racconta: "Dopo l’incidente ci siamo diretti verso i punti che ci indicavano e abbiamo cercato di prendere un giubbotto salvagente mentre il comandante cercava di rassicurarci. Poi ci hanno imbarcato sulle scialuppe di salvataggio ma il personale non era assolutamente adatto a svolgere i compiti che gli erano stati assegnati. Sulla scialuppa dove ero imbarcata io hanno cambiato anche il conducente. Dei giubbotti salvagente non funzionavano neanche le luci".

"È stato allucinante", dice un'altra, "Nessuno ci diceva nulla e il personale straniero urlava per il panico tra di loro. Abbiamo preso da soli i giubbotti salvagente rompendo le vetrine nei corridoi. E siccome erano pochi ce li rubavamo tra noi".

La compagnia, però, respinge le accuse: "Le procedure di sicurezza previste in questi casi sono state eseguite nei tempi corretti, così come corretta è stata la decisione del comandante di evacuare la nave Concordia quando ha ritenuto che ci fossero le condizioni di sicurezza", sostiene il direttore generale della Costa Crociere, Gianni Onorato, secondo cui la "situazione si è complicata per la veloce inclinazione della nave.

È ovvio che tecnicamente la scialuppa non poteva essere alzata in modo corretto ed essere messa in acqua. Per quanto riguarda i nostri ospiti a bordo è chiaro che rispetto a questo problema la loro è una percezione frutto di circostanze drammatiche"

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