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Bimbo con due mamme: la sfida del Comune di Udine

Il Comune di Udine ha iscritto all'anagrafe il bambino di una coppia omogenitoriale. Il sindaco di centrosinistra ha accolto la richiesta avanzata dalla madre intenzionale, a pochi giorni dal recente verdetto della Corte d'appello di Milano

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Pochi giorni fa la Corte d'appello di Milano aveva sentenziato che ad essere riconosciuta come madre, in caso di coppie omogenitoriali, debba essere solo la donna che biologicamente ha generato la nuova vita. Ma proprio nelle nelle scorse ore, Il Comune di Udine avrebbe iscritto all'anagrafe il bambino di due madri. Questo è quanto riporta oggi il quotidiano Messaggero Veneto, per una decisione presa dal sindaco di centrosinistra che a prima vista sembrerebbe non priva di risvolti di matrice ideologica. Ad accogliere la richiesta sarebbe infatti stato il primo cittadino Alberto Felice De Toni, accogliendo quanto era stato richiesto della madre intenzionale. A quanto si apprende, le due donne hanno altri due figli, nati all'estero: il bimbo registrato all'anagrafe udinese è quindi il loro terzo figlio.

"Con questo atto, in attesa della conclusione del procedimento di adozione - ha commentato a tal proposito De Toni - il minore risulta in maniera formale e sostanziale tutelato nei propri diritti, venendo garantita la continuità e la "copertura" genitoriale. Ciò pur nella consapevolezza della mancanza, allo stato nel nostro ordinamento, di una norma legittimante il riconoscimento". Il Comune friulano ha scelto una nuova formulazione per registrare l'atto che, sempre a detta dell'amministrazione comunale di centrosinistra, potrebbe avere più opportunità di resistere in caso di eventuale impugnazione. "Rispetto agli altri Comuni - ha concluso il sindaco udinese - abbiamo preso atto della procreazione medicalmente assistita".

Un argomento che è spesso diventato tema di discussione a livello nazionale, anche su basi ideologiche. Non di rado sono stati chiamati ad esprimersi i vari tribunali, in tutta Italia. L'ultimo caso in ordine cronologico arriva come detto da Milano, con la Corte d'appello che solo qualche giorno fa aveva reputato "illegittima l'iscrizione sul registro degli atti di nascita della doppia maternità del bambino" (ribaltando il verdetto di primo grado).

Nella sostanza, secondo i giudici meneghini solo una delle donne componenti la coppia può essere iscritta come madre. La donna partoriente ha quindi accesso legittimo al riconoscimento del figlio mentre quella non partoriente, purché sia in possesso dei requisiti previsti dalla legge, ha la possibilità di accedere alla procedura di azione per casi particolari.

Fino all'intervento del legislatore, per come è attualmente impostato l'impianto legislativo, non possono pertando essere legalmente riconosciuti alla nascita genitori dello stesso sesso per un bambino. Un verdetto, quello del tribunale meneghino, che riguardava i bimbi di tre coppie omogenitoriali nati all'estero.

Ma chissà che anche il nuovo caso di Udine non possa fare giurisprudenza, qualora venisse impugnato.

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