
Dopo la sentenza di primo grado per il caso di violenza sessuale di gruppo - 8 anni a Grillo Jr, Edoardo Capitta e Vittorio Lauria e 6 anni e mezzo a Corsiglia - sia le vittime che alcuni degli imputati hanno deciso di non commentare. Ma non Francesco Corsiglia. Il giovane manager alberghiero tenta di giustificarsi - come racconta a La Stampa - chiarendo: "Sono innocente e voglio lottare ancora con tutte le mie forze per dimostrarlo. Credo nella giustizia e ci crederò fino in fondo", spiegando che il suo obiettivo è trovare "giudici che si convinceranno della mia estraneità dei fatti".
La sentenza dei togati sui fatti del luglio 2019 avvenuti in Costa Smeralda ha giudicato i quattro giovani genovesi colpevoli di reato di violenza sessuale di gruppo. A lui i giudici hanno inflitto una pena minore rispetto ai suoi amici: è stato condannato solo per la violenza di gruppo. "Che senso ha che io sia stato assolto per il rapporto di gruppo e allo stesso tempo condannato per violenza di gruppo anche se il rapporto con la ragazza lo ho avuto da solo?", sbraita il 26enne con il suo avvocato. Sì, perché sebbene il rapporto - non consensuale viste le condizioni della vittima - sia avvenuto solo tra lui e la ragazza, i giudici hanno deciso di condannarlo ugualmente per violenza di gruppo perché, stando alle ricostruzioni, nella stanza sarebbero stati presenti i tre amici che avrebbero persino riso e commentato la situazione.
Una condanna che, se confermata negli altri gradi
di giudizio, lo farebbe uscire dal carcere a quasi 33 anni. E lui di galera non ne vuole sentire parlare. "Io sono innocente - ripete - questa è una sentenza ingiusta".