Chi è l'ultrà sospettato di aver ucciso l’autista del pullman Raffaele Marianella

Kevin Pellecchia, ventenne tifoso di Rieti, è indicato dagli inquirenti come il possibile responsabile del lancio mortale. Arrestati anche altri due presunti complici per concorso morale nel delitto

Chi è l'ultrà sospettato di aver ucciso l’autista del pullman Raffaele Marianella
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Lo scorso 19 ottobre, un pullman con la tifoseria della squadra di Pistoia è stato preso d’assalto da un gruppo di ultras del Basket Rieti. L’aggressione ha avuto conseguenze tragiche: Raffaele Marianella, autista ausiliario del mezzo, è stato colpito in pieno volto da una pietra appuntita, riportando ferite fatali. Come riportato dal Corriere della Sera, il lancio mortale sarebbe stato compiuto da Kevin Pellecchia, ventenne ultras di Rieti, identificato come principale sospettato dell’omicidio.

I sospetti concentrati su Pellecchia

Le indagini della procura, coordinate dal procuratore capo Paolo Auriemma e dal sostituto Lorenzo Francia, avrebbero evidenziato il ruolo centrale di Pellecchia. Le intercettazioni in caserma hanno confermato le testimonianze dei testimoni oculari, mostrando come il giovane fosse in possesso della pietra più pericolosa e fosse pienamente consapevole delle conseguenze del gesto. In un dialogo registrato, gli ultras commentavano:"Se pijavamo l’autista è ‘na strage", frase che testimonierebbe la lucidità e la gravità dell’azione pianificata.

I complici e il concorso morale

Alessandro Barberini e Manuel Fortuna, pur non essendo considerati gli esecutori materiali, avrebbero condiviso fin dall’inizio l’ideazione, l’organizzazione e l’esecuzione dell’aggressione. La gip Giorgia Bova ha sottolineato come il loro ruolo rappresenti un "contributo morale alla condotta omicidiaria", sufficiente a giustificare la custodia cautelare. Anche i momenti successivi all’assalto, con esclamazioni come: "Li abbiamo sfondati!", hanno rafforzato l’ipotesi di premeditazione e la volontà di ledere.

La pianificazione e la consapevolezza del rischio

L’aggressione non sarebbe stata casuale: i tre ultras avrebbero scelto di colpire la parte anteriore del pullman, dove erano seduti gli autisti e i passeggeri, aumentando deliberatamente il rischio di un evento letale. Come evidenziato nel provvedimento cautelare, l’azione sarebbe stata compiuta con"lucida determinazione", esponendo la collettività al rischio che simili episodi potessero ripetersi. Le intercettazioni in caserma hanno documentato la piena coscienza della gravità della situazione e dei possibili esiti mortali.

Reazioni e ricorso al Riesame

Il legale di Barberini, l’avvocato Valter Petresca, ha annunciato ricorso al Riesame nella speranza di ottenere la scarcerazione del suo assistito. Nel frattempo, il caso ha riacceso il dibattito sulla sicurezza nelle trasferte sportive e sulla necessità di strategie più efficaci per prevenire episodi di violenza tra tifoserie organizzate.

L’inchiesta e le fonti

Secondo il quotidiano di via Solferino, l’inchiesta ha fatto leva su intercettazioni ambientali e testimonianze dirette per ricostruire nei dettagli la dinamica dell’aggressione.

La procura ha puntato a dimostrare la pericolosità dei soggetti coinvolti e la presunta premeditazione dell’azione, confermando la gravità del gesto e il possibile ruolo predominante di Pellecchia nell’omicidio di Marianella.

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