Pena ridotta per Alessia Pifferi, che a inizio mese si è vista cancellare l'ergastolo, trasformato in una condanna a 24 anni. I giudici della Corte d'Assise d'appello di Milano, infatti, hanno riconosciuto all'imputata le attenuanti generiche, anche se il reato contestato è rimasto lo stesso.
Una decisione che ha profondamente amareggiato Viviana, sorella di Alessia Pifferi. Intervenuta come ospite a Verissimo, Viviana ha espresso tutto il suo dolore, ricordando ancora una volta la piccola Diana, la nipotina morta di stenti a soli 18 anni, dopo che la madre l'aveva lasciata sola a casa per sei lunghi giorni. Per Viviana la riduzione della pena è inaccettabile. "Diana non si ricorda più e le nostre vite sono state giudicate dicendo cose non vere", ha dichiarato la donna. "Abbiamo saputo che Alessia si prostituiva a casa con la bambina, ci ha riempito di bugie. Certe cose nessuno può immaginarle", ha aggiunto.
Viviana Pifferi ha inoltre voluto ribadire che la lei e la famiglia non avevano davvero idea che Alessia fosse incinta. I contatti erano al minimo, tanto che lei aveva saputo della nascita di Diana solo all'ultimo, al momento del parto."Nessuno mi aveva detto niente, inoltre Diana era piccolina perché è nata prematura", ha spiegato. Nonostante ciò, lei e la madre ci sono sempre state per prestare aiuto ad Alessia e alla bambina neonata. "Quando il suo compagno di Bergamo l'ha lasciata, lei è tornata a casa. Noi l'abbiamo aiutata anche se non aveva un lavoro, eppure eravamo una famiglia di operai. Non eravamo e non siamo ricchi", ha raccontato.
Eppure nulla è servito per evitare la tragedia. Nessuno era lì per Diana, quando la piccola soffriva la fame e la sete in quell'appartamento vuoto a Ponte Lambro (Milano). La madre era lontana, e zia Viviana non era a conoscenza della situazione. Un pensiero straziante, che ancora oggi tormenta la famiglia. Per aver abbandonato la figlia, Alessia Pifferi era stata condannata all'ergastolo, ma ora la pena è stata ridotta a 24 anni. "Anche se le hanno diagnosticato un disturbo dell'apprendimento, non vuol dire che sia incapace. Lo hanno detto anche due perizie, quel disturbo non c'entra niente con quello che ha fatto: lei ha deciso e ha voluto comportarsi così, perché il compagno di Bergamo non le ha mai negato di portare la bambina", ha dichiarato Viviana, piena di rabbia.
La parola è poi passata a Cristian, il figlio della donna, dunque cugino di Diana.
"Era la piccola di casa, poi ho sempre desiderato una sorellina. Non esiste un momento prima del fatto, a malapena me lo ricordo. Sono passati solo tre anni, ma sembrano dieci. Mia zia ha fatto una cosa orribile", ha commentato il ragazzo.