La procura della Repubblica di Roma ha fatto la prima mossa nel procedimento legale avviato per porre fine all'attività del sito "SocialMediaGirls", accusato di diffondere online immagini di donne famose "spogliate" grazie all'intelligenza artificiale: i pubblici ministeri hanno espressamente richiesto al giudice per le indagini preliminari di procedere con l'oscuramento del portale responsabile.
All'interno del forum, a quanto pare in attività almeno da 11 anni, era possibile infatti raggiungere la sezione incriminata, ribattezzata "AI undress anybody", in sostanza "spoglia chiunque con l'Intelligenza Artificiale". Una volta cliccato sul tasto, l'utente aveva la possibilità di scegliere, in una lunga lista di personaggi noti tra attrici, cantanti, giornaliste, presentatrici, influencer o politiche, la donna che preferiva vedere denudata proprio grazie all'AI.
A lanciare l'allarme che ha fatto deflagrare la bomba era stata la giornalista Francesca Barra verso la fine dello scorso mese di ottobre: dopo la sua segnalazione erano scattate immediatamente le indagini da parte della polizia postale, che avevano portato alla scoperta di un database sconfinato di foto fake di nudi femminili ricreate attraverso l'intelligenza artificiale. Tra le vip italiane numerose le vittime celebri: oltre a Francesca Barra, hanno scoperto di essere state "spogliate" nella sezione dedicata ai personaggi famosi anche Cristina D'Avena, Diletta Leotta, Selvaggia Lucarelli, Andrea Delogu, Caterina Balivo, Chiara Ferragni, Federica Nargi, Elisabetta Canalis, Arisa, Michelle Hunziker, Sophia Loren, Angelina Mango e persino Maria Elena Boschi.
Ora i pubblici ministeri di Roma hanno chiesto al gip di oscurare il sito, nell'ambito del fascicolo aperto dalla procura della Repubblica per il reato 612 quater del Codice Penale relativo proprio all'illecita diffusione di contenuti
generati o alterati con sistema di intelligenza artificiale ("deepfake"). Un reato, questo su cui sta tuttora indagando la polizia postale e che prevede per i trasgressori una pena compresa tra uno e cinque anni di reclusione.