Dopo sei giorni di ricerche, è stato individuato il vandalo che la notte del 24 dicembre ha imbrattato le statue dei Leoni di San Zeno, sculture stilofore del XII secolo attribuite al maestro Niccolò, uno dei massimi esponenti della scultura romanica italiana, che firmò anche il protiro e la lunetta soprastante della Basilica di San Zeno a Verona. A compiere l'atto vandalico, scrivendo "Free Gaza" con una bomboletta spray di colore verde, è un 26enne nato a Brescia ma cresciuto e residente a Verona, legato all'area antagonista della città, noto alle forze dell'ordine per essersi reso responsabile in passato di altri gesti simili e per essere stato già identificato per resistenza a pubblico ufficiale e danneggiamento.
La Digos del capoluogo scaligero negli ultimi giorni ha lavorato sulle telecamere di videosorveglianza della zona per individuare il vandalo, soprattutto perché i due leoni stilofori sono un monumento di valore inestimabile, simbolo di Verona e del romanico italiano. Nelle loro ricerche, le forze dell'ordine sono riuscite ad attribuire al 26enne circa 30 atti vandalici compiuti tra il 23 e il 26 dicembre in città, colpendo alcuni dei principali monumenti: la stella di Natale in piazza Bra, le mura del ponte di Castelvecchio, la statua di Santa Maddalena di Canossa nei giardini di piazza Pozza, la statua di Aleardo Aleardi in piazzetta Santissimi Apostoli e quella del Bersagliere in piazza Corrubbio. A questi si aggiungono i deturpamenti del bene pubblico su pareti e vetrine della città.
È stato intercettato presso la stazione di Verona Porta Nuova il pomeriggio del 29 dicembre e indossava ancora gli abiti sporchi di vernice spray. Gli vengono contestati i reati di imbrattamento e deturpamento di cose altrui. Ora per lui si prospetta un rinvio a giudizio, che se dovesse arrivare a condanna potrebbe prevedere l'obbligo di rifondere tutte le spese per il restauro dei monumenti vandalizzati. "Siamo in attesa di sapere dalla sovrintendenza quali siano i passi da compiere. Certamente si tratta di un gesto che si commenta da solo, del tutto privo di qualsiasi finalità", ha commentato il vescovo di Verona, Domenico Pompili, il quale si augura "che celermente si possano riportare i leoni all'originario stato, e direi anche l'insieme della grande realtà di San Zeno al suo livello più alto, visto che si tratta di un monumento che è considerato un esempio preclaro di architettura romanica".