"È iniziato tutto prima di Meloni". Anche Formigli sconfessa la sinistra su Ranucci

Anche il conduttore, al pari di Ranucci, prende le distanze dalle opposizioni di governo sottolineando che "dire che la bomba a Ranucci l'ha messa Giorgia Meloni è sbagliato"

"È iniziato tutto prima di Meloni". Anche Formigli sconfessa la sinistra su Ranucci
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Gli investigatori sembrano essere indirizzati verso un'ipotesi investigativa abbastanza precisa per quanto riguarda Sigfrido Ranucci e l'attentato subito all'esterno della propria abitazione. Nonostante le polemiche intentate dalla sinistra, l'ipotesi che dietro un atto di quel calibro possano esserci moventi politici non sembra essere al vaglio. Non lo è sicuramente per il diretto interessato, che ha tenute lontane le illazioni fatte dalla sinistra contro la maggioranza di governo, spiegando di credere che "sia qualcuno legato alla criminalità, non credo nei mandanti politici". Lo stesso ha fatto Giovanni Floris, conduttore di La7 in collegamento con Omnibus su La7, smontando definitivamente i tentativi di strumentalizzazione delle opposizioni al fine di tentare l'indebolimento del governo.

Il caso di Ranucci, ossia le critiche della politica al giornalista, che da tanti anni conduce il programma Report su Rai Tre, non sono recenti e non si possono far risalire a partire dal 2022, è la tesi di Formigli, in quanto "è cominciato da prima del governo Meloni, con Renzi e Beppe Grillo anche". Tutto questo, prosegue il conduttore, "dà un segnale di debolezza del giornalista, lo si considera soltanto un rompiscatole". Ma, ha aggiunto, "da qui al fatto che un giornalista si trovi fatto bersaglio di gesti ostili e attacchi il passaggio c'è, ma dire che la bomba a Ranucci l'ha messa Giorgia Meloni è sbagliato". L'opposizione, nell'idea di Formigli, "deve fare l'opposizione, ma fare l'opposizione per esempio significa battersi in maniera concreta al controllo politico scandaloso che c'è oggi. Un'opposizione responsabile, più che gridare in modo propagandistico contro la destra, dovrebbe scendere in piazza e mobilitare i cittadini per fare una legge di riforma della Rai".

Quindi il conduttore ha proseguito dichiarando che "quello su cui dobbiamo riflettere è che il giornalismo d'inchiesta è sempre più difficile farlo e si costruisce intorno ai giornalisti critici un isolamento fatto di leggi bavaglio, rifiuto del governo di confrontarsi col giornalismo considerato critico, la riduzione della figura del giornalista a opposta fazione, quindi a militante politico di uno schieramento avverso, eccesso di disintermediazione...".

Nel frattempo si continuano a chiedere le revoche delle querele, gli ultimi sono stati gli esponenti del M5s, ai partiti di governo nei confronti di Ranucci ma a spiegare la situazione è il capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera Galeazzo Bignami: "C'è l'esigenza di tutelare un soggetto giuridico, cioè il partito, rispetto a delle illazioni che non erano provate. Io non ho mai denunciato un giornalista. Bisogna distinguere le azioni personali con quelle a tutela giuridica".

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