Madonna di Trevignano, Gisella Cardia e il marito rinviati a giudizio per truffa aggravata in concorso

Per i pm la Cardia e il marito avrebbero messo in scena apparizioni e trasudazioni della Vergine e prefigurato futuri cataclismi per indurre i fedeli a donare soldi per il culto della Madonna di Trevignano

Un primo piano di Gisella Cardia
Un primo piano di Gisella Cardia
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Gisella Cardia, conosciuta al grande pubblico come la veggente di Trevignano, è stata rinviata a giudizio per truffa aggravata in concorso col marito Gianni.

A confermare la notizia è stata Solange Marchignoli, avvocato della donna, che ha riferito che la sua assistita accoglie "con tranquillità la decisione del rinvio a giudizio, nella consapevolezza che si tratta di un passaggio importante e necessario per poter finalmente chiarire, nelle sedi competenti, ogni aspetto della vicenda che la vede coinvolta". Il legale ha evidenziato che anche se si tratta di un momento delicato, la Cardia è "persino sollevata, ritenendo che questa fase consentirà di far emergere in modo limpido e definitivo la verità dei fatti, ponendo così fine alle interpretazioni distorte, alle illazioni e alle polemiche che l’hanno, ingiustamente, interessata negli ultimi mesi. Esprime piena fiducia nell’operato della magistratura ed è serena".

Secondo l’accusa i coniugi avrebbero messo in scena "apparizioni e trasudazioni della Beata Vergine" e prefigurato "futuri cataclismi e sciagure, come terremoti" per indurre i fedeli a donare soldi per il culto della Madonna di Trevignano. In tutto la somma di 365mila euro "che non risulta destinata alle opere benefiche previste nello statuto". L’indagine è nata dalla denuncia di un ex adepto, Luigi Avella, che aveva donato oltre 90mila euro. Altri fedeli avrebbero, invece, contribuito con cifre comprese tra i 30 e i 40mila euro.

La data dell'inizio del dibattimento è stata fissata per il 7 aprile 2026 al Tribunale di Civitavecchia. Quello di oggi è un ulteriore sviluppo della vicenda. La perizia disposta dal tribunale di Civitavecchia, che aveva incaricato il super genetista Emiliano Giardina (lo stesso che si è occupato del caso di Yara Gambirasio), aveva escluso che si fossero verificati eventi soprannaturali. Il Dna ritrovato sulla statuina piangente lacrime di sangue e sul quadro di Cristo in base a tutti gli esami effettuati appartiene alla stessa Gisella.

Sul decreto di rinvio a giudizio firmato dal pm Alberto Liguori, "detta associazione, attraverso le modalità di cui sopra, approfittavano di circostanze di tempo (la durata dei fenomeni paranormali), di luogo (terreno agricolo adibito a luogo di culto che, almeno in una fase iniziale, sembrava aver avuto la consacrazione dell'allora Vescovo di Civita Castellana Mons.

Rossi) e di persona (soggetti affetti da infermità fisiche e in condizioni di fragilità psichica), tali ostacolare la difesa privata (rendendo per i fedeli particolarmente arduo comprendere di essere raggirati, anche per l'avallo del fenomeno inizialmente concesso delle locali autorità ecclesiastiche) e ingeneravano nei fedeli il timore di un pericolo immaginario per indurli a effettuare le elargizioni".

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