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Molotov contro il consolato Usa a Firenze. L'attentatore libero dopo soli due mesi

A poco meno di due mesi di distanza dall'arresto per atti di terrorismo e porto abusivo di oggetti incendiari, il ventunenne italo-giordano accusato di aver lanciato due bottiglie incendiarie contro il consolato americano di Firenze uscirà dal carcere: andrà ai domiciliari

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Era finito in manette nei primissimi giorni del mese scorso, con le accuse di atti di terrorismo e porto abusivo di oggetti incendiari per aver lanciato due molotov contro il consolato americano di Firenze. Ma dopo poco meno di due mesi di detenzione e nonostante il parere contrario della procura, Moh’d Dani Hakam Taleb lascerà il carcere: il giudice per le indagini preliminari ha infatti disposto i domiciliari per il ventunenne italo-giordano, in quanto non sussisterebbe più il pericolo di fuga. Questi, stando a quel che riporta oggi la stampa toscana, gli ultimi sviluppi in ordine cronologico di una vicenda che nelle scorse settimane era salita alla ribalta delle cronache nazionali. Tutto è iniziato nella notte fra il 31 gennaio e il 1 febbraio scorso, quando le telecamere del circuito di sorveglianza che coprono il Lungarno Vespucci hanno ripreso un uomo (con il volto travisato) intento a scagliare due bottiglie incendiarie contro l'edificio che ospita la sede dell'ambasciata degli Stati Uniti.

Ad incastrare il giovane, risultato essere uno studente universitario residente a Dicomano (una realtà comunale dell'hinterland fiorentino, situata nel Mugello) sarebbe stato il video di rivendicazione dell'attentato successivamente inviato dal proprio smartphone, utilizzando un profilo fasullo. Il ragazzo è poi stato individuato ed arrestato dai carabinieri, su ordine della Dda. A seguito dell'arresto, il padre si era lanciato in una difesa del figlio non priva di tratti surreali: in un'intervista rilasciata al quotidiano Il Tirreno, aveva difeso il giovane sostenendo che non si fosse reso conto della gravità del gesto e facendo presente come in fin dei conti nessuno fosse rimasto ferito. Perché Taleb lascerà dunque il penitenziario, nonostante per il giudice il quadro indiziario dal momento del fermo non sia mutato?

Perché, nella visione del gip, si sarebbero attenuate e sono venute meno le esigenze cautelari: non ci sarebbe più il rischio, paventato in un primo momento, che il giovane possa fuggire e lasciare l'Italia. Non sarebbero poi emersi, sempre secondo il giudice, eventuali legami tra il ventunenne e ambienti criminali. E nonostante la procura avesse espresso parere negativo alla sostituzione della misura, il gip ha alla fine optato per gli arresti domiciliari rafforzati dal braccialetto elettronico e dal divieto di comunicare con persone diverse dai familiari.

La necessità è quella di impedire a Moh’d Dani Hakam Taleb di fare propaganda sui social e di coltivare rapporti con utenti del web su temi connessi alle finalità dell’attentato alla sede diplomatica del Lungarno Vespucci.

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