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Ustica, la procura di Roma valuta di sentire Giuliano Amato

I procuratori Francesco Lo Voi, Michele Prestipino ed Erminio Amelio faranno il punto della situazione dopo le recenti dichiarazioni dell'ex presidente del Consiglio

L'ex presidente del consiglio Giuliano Amato
L'ex presidente del consiglio Giuliano Amato

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Ustica, la procura di Roma valuta di sentire Giuliano Amato

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La procura di Roma intende vederci chiaro dopo le rivelazioni di Giuliano Amato sulla strage di Ustica. Secondo quanto si apprende da fonti vicine ai magistrati capitolini, infatti, sarebbe previsto un vertice per la prossima settimana tra il procuratore Francesco Lo Voi, l'aggiunto Michele Prestipino e il sostituto Erminio Amelio, quest'ultimo titolare del fascicolo. L'obiettivo è quello di fare il punto sull'inchiesta riguardante la tragedia avvenuta 43 anni fa. In quella occasione si cercherà anche di valutare eventuali spazi di manovra nell'indagine bis aperta a piazzale Clodio e anche l'opportunità se risentire l'ex presidente del Consiglio alla luce delle sue ultime dichiarazioni.

Del resto, da quando Giuliano Amato ha rilasciato l'intervista a Repubblica lo scorso 2 settembre, immediatamente si sono riaccesi i riflettori su Ustica. Il presidente emerito della Corte Costituzionale si era detto esplicitamente convinto che il Dc9 dell'Itavia, precipitato nel Mar Tirreno con a bordo 81 passeggeri, fosse stato abbattuto da un missile francese in quel tragico 27 giugno 1980. Due giorni dopo, ritornò sul contenuto delle affermazioni tenendoci a sottolineare alcuni punti: "Io ho solo rimesso sul tavolo una ipotesi già fortemente ritenuta credibile, non perché avessi forti elementi, ma per sollecitare chi li ha a parlare, a dire la verità. Non altro - precisò in un'altra intervista concessa a La Verità -. Io non ho raccontato nulla di nuovo - spiega ancora - non era nelle mie possibilità. Volevo riportare il tema all'attenzione, sollecitare chi potrebbe convalidare quell'ipotesi a parlare".

Come se non fosse bastato, Amato ha voluto ribadire nuovamente i suoi concetti in occasione di una conferenza stampa organizzata con i giornalisti stranieri nella giornata di ieri. "Al giovane presidente Macron, che aveva due anni all'epoca, mi rivolgo quindi da amico invitandolo a liberarci dalla questione Solenzara". Il riferimento è alla base militare francese in Corsica, luogo di uno dei misteri del caso: da lì potrebbe essere infatti decollato il caccia che lanciò il missile che colpì il Dc9 dell'Itavia sui cieli di Ustica la notte del 27 giugno 1980. E poi ancora un appello ai generali italiani "che hanno giù subito processi, che hanno attraversato vicende giudiziarie varie, sono quelli che hanno vissuto questa vicenda". Anche se, in realtà, l'ex ministro dell'Interno si aspetta "che altri appelli o procedure legali possano ancora incidere sulla strage perché - aggiunge - le procedure legali ci sono state tutte.

Se dei militari conservano un segreto, lo fanno perché pensano che ci sia un interesse pubblico importante che è loro responsabilità tutelare".

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