"I video li mando a chi devo": sullo stupro di Palermo l'ombra del revenge porn

Brevi ma significativi video hanno immortalato le violenze del branco a Palermo. Uno degli indagati ad un amico: "I video li sto mandando solo a chi li dovevo mandare e li elimino".

"I video li mando a chi devo": sullo stupro di Palermo l'ombra del revenge porn
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C'è anche l'ombra del revenge porn nello stupro dei sette ragazzi nei confronti di una 19enne del Foro Italico a Palermo: ovvero che abbiano agito con l'obiettivo di diffondere le immagini attraverso Whatsapp. I giovani sono stati arrestati in due momenti differenti alla violenza dello scorso 7 luglio: Angelo Flores, Gabriele Di Trapani e Cristian Barone appena una ventina di giorni dopo l'aggressione. La vittima li ha identificati facilmente; R. P., diventato maggiorenne pochi giorni dopo i fatti, Elio Arnao, Christian Maronia e Samuele La Grassa sono invece finiti in carcere ieri. La ragazza era in stato di ebrezza alcolica e sarebbe stata guidata in un’area isolata e lì violentata a turno da alcuni degli indagati. "L’operazione testimonia come trovando il coraggio di non restare in silenzio e chiedendo aiuto alle Forze di Polizia, si possa combattere adeguatamente ogni forma di violenza contro le donne", spiegano gli inquirenti. Per il gip "si coglie la consapevolezza dell'azione violenta e della realizzazione dei rapporti sessuali con modalità aggressive e violente - si legge nell'ordinanza - che avevano devastato fisicamente la ragazza ('la struppiò'), la quale, secondo i loro ricordi, aveva detto 'basta', non lesinando però i correi commenti - spavaldi e machisti - sul fatto che, nonostante le grida di dolore ella fosse in realtà eccitata".

"Mi toccavano e ridevano"


I ragazzi filmavano e puntavano la fotocamera dei loro smartphone sulla vittima. "Nonostante i filmati siano parziali e di breve durata, e quindi non rappresentino l'intera evoluzione della violenza sessuale, si colgono numerosi elementi a sostegno dell'ipotesi accusatoria, pienamente lineare con quanto dichiarato dalla parte offesa che fin da subito aveva specificato delle video-riprese", spigano gli inquirenti. Nel racconto della ragazza si trovano molti riscontri con quello che è stato visionato dalle immagini degli smartphone e delle telecamere di videosorveglianza. "A mezzanotte e mezza - ha spiegato la ragazza agli inquirenti - sono andata alla Vucciria con un'amica e il fratello del suo ragazzo. Ho incontrato un amico, Angelo Flores o Fiorente con cui ho iniziato a parlare. Avevo già bevuto un cocktail e ho bevuto anche 7 shottini di Sambuca e poi un bicchiere di Montenegro. Questo amico Angelo era insieme ad un certo Cristian e altri 5 ragazzi di cui non so i nomi ma uno diceva di essere il cugino di Angelo. Uno di questi mi sembrava minorenne. Poi mi hanno fatto fumare. Due di loro mi hanno presa sottobraccio, uno più alto di me, l'altro, quello che diceva di essere il cugino di Angelo con i capelli scuri. Mi hanno fatto camminare dai Quattro Canti a scendere verso il mare. Ero sola - racconta - con questi ragazzi, in tutto sette. Due mi toccavano il seno e altri due le parti intime, mentre camminavamo e gli altri ridevano".

Le chat via Whatsapp


Le intercettazioni hanno delineato un quadro grave. I ragazzi hanno parlato via chat. Uno dei messaggi inviati a Flores è il seguente: "Figghiò me lo mandi il video pure a me, quello di là del Foro Italico?" e l'indagato avrebbe provveduto ad inviare il filmato. Ma poi non solo diceva chiaramente chi era con lui la sera prima, ma commentava anche l'accaduto:"Ieri sera niente, se ci penso un po' mi viene lo schifo perché eravamo ti giuro 100 cani sopra una gatta, una cosa di questa l'avevo vista solo nei video porno, eravamo troppi, sinceramente mi sono schifiato un po', ma che dovevo fare? La carne è carne, gliel'ho abbagnato pure io il discorso...". E ancora: "Adesso li sto eliminando tutti, li sto mandando solo a chi li dovevo mandare e li elimino, perché non ne voglio sapere niente di questa storia".

L'associazione: "Non alla divulgazioni di dettagli sensazionalistici"

L'associazione Le Onde onlus interviene con una nota in merito al caso della 19enne vittima di uno stupro di gruppo a Palermo, da parte di sette giovani che sono stati arrestati.

La violenza sessuale è un reato non solo grave "ma che colpisce nell'intimità chi la subisce, ancor di più se ciò accade in un contesto 'conosciutò - sottolinea la nota -. Dal racconto di altre giovani donne possiamo immaginare la tragedia che sta vivendo in questo momento la ragazza. Possiamo solo dirle: noi ci siamo".

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