Cronaca locale

Non denunciò il maestro condannato per pedofilia: giudice assolve il preside

In primo grado l'ex preside di una scuola di Quarto Oggiaro era stato condannato a 5 anni e mezzo di carcere. Il maestro aveva molestato alcuni bambini di una quarta elementare

Non denunciò il maestro  
condannato per pedofilia: 
giudice assolve il preside

Milano - Era stato condannato in primo grado a 5 anni e mezzo di reclusione per non aver denunciato il maestro Antonio Silvestre, supplente nella sua scuola accusato di pedofilia. Fauso Caielli, ex preside di una scuola di Quarto Oggiaro è ora stato assolto in appello dal reato di omessa denuncia e concorso in violenza sessuale. Il maestro, condannato a 11 anni di carcere per aver molestato alcuni bimbi di una quarta elementare, si è visto ridurre la pena a 8 anni.

Il preside, oggi in pensione, è stato assolto "perché il fatto non costituisce reato". Secondo l'accusa, Caielli era responsabile delle molestie in quanto, a novembre 2007, era rimasto inerte quando gli erano stati segnalati i sospetti sui comportamenti del supplente prima da un'altra insegnante e poi dai genitori delle vittime. Il preside aveva preteso, invano, una dichiarazione scritta prima di denunciare il caso alla Procura e la situazione si è trascinata per un altro mese. Circa duecento persone hanno sostenuto il preside in questi anni, creando il Comitato per Fauso Caielli.

Silvestre, arrivato a scuola come supplente nel settembre 2007, molestava i maschietti della classe che seguiva durante le lezioni. Li faceva sedere sulle proprie ginocchia per palpeggiarli, diceva loro oscenità e una volta ne ha costretti alcuni a spogliare un loro compagno. Le molestie erano proseguite fino a poco prima delle vacanze di Natale, quando i genitori hanno deciso di tenere a casa tutti i bambini, eccetto uno. A quel punto il caso è esploso ed è stato segnalato alla Procura.

In un primo momento, il maestro era stato posto ai domiciliari con l’accusa di violenza sessuale aggravata. Quando nel febbraio 2009 è entrato in vigore il decreto legge che ha inasprito le norme in materia
di atti sessuali, è stato trasferito in carcere. Oggi i giudici gli hanno concesso l’equivalenza tra aggravanti e attenuanti generiche e gli hanno permesso di tornare agli arresti domiciliari presso la casa dei genitori, ritenendo attenuate le esigenze cautelari e tenuto conto del buon comportamento processuale.

Tra quaranta giorni la corte depositerà le motivazioni della sentenza.

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