Nuovo Pgt, emozioni al posto dei metri cubi

Nuovo Pgt, emozioni al posto dei metri cubi

Uno sente parlare di Pgt, il piano del governo di territorio indispensabile perchè le nostre città si trasformino in giungle urbane dove ognuno costruisce ciò che vuole, e pensa subito a mappe, disegni, manfrine politiche come sta succedendo a Milano. Emozioni? Praticamente nessuna. E come potrebbe uno strumento tecnico suscitarne? Invece può capitare. Almeno ad Albairate un paesino di 5mila anime alle porte di Milano in pieno Parco Sud. Qui il pgt, che dovrebbe vedere la luce entro fine anno, lascerà spazio a parecchie emozioni. E non è un modo di dire. Perchè il progetto messo a punto dal Comune con l’Associazione Commonlands è riuscito a misurare con rigore scientifico gli stati d’animo suscitati dal paesaggio su un campione di residenti e di visitatori. Il metodo, semplificando un po’,è quello del neuromarketing che già si utilizza per misurare le reazioni davanti agli spot pubblicitari. Ed è la prima volta che si estende a questo campo.
«Ci abbiamo provato- spiega il sindaco Luigi Alberto Tarantola- Abbiamo cercato di aggiungere ai soliti elementi di valutazione del territorio anche le reazioni che hanno i cittadini osservando un paesaggio, le costruzioni, le infrastrutture. Nel nuovo strumento urbanistico abbiamo tenuto conto degli stati d’animo delle persone, di ciò che vorrebbero, che non vorrebbero o che crea loro ansia». La svolta è tutta tecnologica. É stato scelto un campione tra i residenti del Comune e tra le persone che nel Parco Sud vengono a pedalare in bici durante i week-end e sono stati dati loro degli occhiali dotati di una micro-telecamera e di un sensore per le elettroencefalografie. Così «attrezzato» il gruppo ha pedalato su alcuni percorsi nel Comune di Albairate, tra le cascine e sul Navigio e i canali osservando i paesaggi, strade, case e aziende agricole. E sulla base degli stimoli che i luoghi davano al loro cervello sono stati elaborati e tradotti in forma di onde elettromagnetiche i suggerimenti poi finiti nel Pgt di Albairate. Non solo informazioni dirette ma anche quelle che la nostra mente archivia a livello inconscio e quindi non ricorda: un po’ come la macchina della verità, tanto per rendere l’idea. «Il test è stato svolto in due fasi- spiega Cristiana Clementi di Commonlands- La prima è servita a raccogliere le suggestioni, la seconda ad inserirle nel piano del territorio. Si è tenuto conto di alcuni indicatori che ci hanno permesso di valutare grado di coinvolgimento delle persone che stavamo studiando. Certi luoghi come i navigli, i cascinali, i ponti antichi, le piste ciclabili ben protette hanno suscitato attività cerebrali postive come attenzione, memoria o capacità di evocare i ricordi. Altri come le costruzioni più recenti, la vicinanza di strade molto trafficate, la pericolosità di alcuni tratti di percorso ci hanno invece fornito reazioni che in senso tecnico definiamo di decoding, cioè difficili da interpretare o addirittura di ansietà». Il risultato a cui il Comune di Albairate punta è quello di realizzare una sorta di archivio urbanistico delle emozioni. «É chiaro- precisa il sindaco- che lo strumento tecnico del Pgt resta la base. Ma questo è un valore aggiunto. Con le informazioni che abbiamo raccolto saremo in grado ora di valutare quale potrebbe essere l’impatto di un’opera urbanistica o infrastrutturale su un’area che ha suscitato particolare attenzione o addirittura un ricordo. E poi c’è anche un valore economico. Questo test ha dimostrato che anche nel nostro Comune il paesaggio ha una valenza turistica su cui si deve investire da subito». Salvaguardare campi, coltivazioni, borghi e cascine quindi ma non solo.

I dati della ricerca messa a punto da Commolands serviranno anche a promuovere il territorio perchè, soprattutto tra chi arrivava da fuori, sono state registrate sensazioni positive legate alle tradizioni e alla storia. «Ed è abbastanza normale- spiega Cristiana Clementi- Normale che chi viva in un luogo si abitui al paesaggio che ha intorno che invece emoziona chi non l’ha mai visto».

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