È sempre più Germania-Italia: Sergio Marchionne, nella sua gara contro il tempo per accaparrarsi Opel & C, oltre che con la diffidenza dei politici tedeschi e l’opposizione dei sindacati, ha nella stampa del Paese un avversario ostico. Gli ultimi esempi: secondo un sondaggio della tv pubblica Zdf, la maggioranza della popolazione (67%) non crede che un possibile ingresso di Fiat nel capitale di Opel possa garantire un futuro a quest’ultima.
Dubbi, però, vengono espressi anche sul concorrente Magna, visto positivamente solo dal 36% degli interpellati. E mentre nei giorni scorsi il Financial Times Deutschland ha pesantemente accostato la figura di Sergio Marchionne a quella di «un truffatore di matrimoni», ieri il settimanale Die Zelt tirava in ballo «il muro di sospetti e rifiuti», ponendo alla fine questa domanda: «Perché sono italiani?». E per calcare la dose aggiungeva che «ci vuole fantasia per immaginare che dalle fabbriche Opel “mangiasoldi”, dal colosso fortemente indebitato Fiat e dal costruttore americano Chrysler possa nascere un gigante dell’auto». L’amministratore delegato del Lingotto, comunque, punta a chiudere il dossier Opel entro il mese. Ieri, il top manager si è incontrato con i governatori di Assia e Renania (nella foto, l’ad saluta Kurt Beck, a capo della regione Renania) molto influenti sul governo di Berlino.
Con entrambi ha discusso del piano Fiat-Opel. «I colloqui vanno bene», ha affermato Marchionne, il quale si è augurato che le trattative si chiudano entro maggio, dal momento che il 1° giugno scade il termine posto dal presidente Usa, Barack Obama, a General Motors per la presentazione del piano di ristrutturazione della società che controlla la stessa Opel. Beck ha affermato che, dopo l’incontro con Marchionne, i dubbi sul destino degli impianti Opel sono aumentati. «Gli interrogativi sugli interessi di Opel e dei suoi impianti produttivi in Germania, in particolare Kaiserslautern, sono cresciuti e non diminuiti», ha spiegato al termine dell’incontro. Secondo Beck, Marchionne avrebbe intenzione di chiudere la fabbrica di Kaiserslautern che dà lavoro a 3.500 persone.
Da parte sua Magna International, concorrente di Fiat nell’operazione, punta a creare un gruppo russo-europeo da 5 milioni di veicoli l’anno. I 4mila concessionari europei di Opel, infine, sono pronti a rilevare il 20-25% della casa tedesca.
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