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"A Bruxelles difendo gli interessi dell'Italia". Le linee rosse di Meloni: migranti, Mes e Bce

Il premier in vista del Consiglio Ue: "Non trasformare l'Italia in un campo profughi". Poi l'avvertimento alla Bce: "L'aumento dei tassi può fare più danni dell’inflazione". E sul Mes: "Prima questione di metodo"

Migranti, Mes e Bce: le "linee rosse" della Meloni in Europa
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Comunicazioni alla Camera per Giorgia Meloni in vista del Consiglio europeo del 29 e 30 giugno, durante il quale il premier italiano metterà sul tavolo i temi principali per il nostro Paese, facendosi portavoce delle istanze italiane. Il premier ha tracciato delle vere e proprie "linee rosse" per l'Europa, dei punti sui quali non intende cedere, e che portertà avanti con determinazione davanti agli altri leader dell'Ue. "Non è mutata la fase che l'Europa, l'Occidente e il sistema internazionale stanno vivendo, la sicurezza in tutti gli ambiti, sociale ed economico, rimane la priorità del nostro lavoro quotidiano. La difesa della sicurezza e della libertà non può prescindere dal partenariato strategico fra Ue e Nato", ha precisato il premier, sottolineando l'importanza strategica di una collaborazione stretta per tutelare la sicurezza.

Il dossier immigrazione

Ed è anche in quest'ottica che il presidente del Consiglio considera cruciale il tema dei migranti, con la necessaria maggiore tutela ai confini europei per evitare infiltrazioni e anche le morti in mare di chi tenta la traversata illegale. Bisogna prendere decisioni forti in Europa, "serve un segnale per consolidare l'intesa raggiuta al Consiglio Affari Interni e Giustizia sulle proposte in volte a superare le regole di Dublino", ha ricordato il premier, sottolineando la necessità di una collaborazione tra tutti i Paesi per sostenere la pressione migratoria. "L'Italia a guida centrodestra isolata a livello internazionale? I risultati smentiscono i pronostici. Un'Italia forte e credibile fuori dai confini nazionali significa un'Italia capace di affermare gli interessi dei suoi cittadini", ha aggiunto.

"È stato riconosciuto finalmente che la migrazione è una sfida europea e richiede risposte europee e si fa sempre più strada l'approccio che mira a superare la contrapposizione tra movimenti primari e secondari, Paesi di primo arrivo e di destinazione", ha detto il premier rivolgendo un pensiero alle vittime della tragedia avvenuta al largo delle coste greche. "Non possiamo lasciare agli scafisti il potere di chi entra o no in Europa", ha proseguito il premier, e proprio per questo, ha proseguito, servono risorse per intervenire direttamente sui Paesi di partenza, "un approccio di cui è pioniere il nostro piano Mattei", per "uno sviluppo paritario e non predatorio".

Il nuovo "piano Mattei"

In questa direzione, scandisce il premier, "il Consiglio Europeo dovrà esprimere segnali ambiziosi di un'Europa capace di difendere imprese e cittadini". L'impegno dell'Europa dovrà essere deciso: "Molti Paesi hanno manifestato interesse per il nostro Piano Mattei. Si comincia a capire che tutto passa per lo sviluppo dell'Africa, un continente pieno di risorse energetiche che però devono andare soprattutto a vantaggio di quei Paesi".

L'impegno, spiega Meloni, è "stroncare il tragico traffico delle vite". Tutto questo dovrà passare necessariamente per la stabilizzazione del nord Africa e dei Paesi di partenza: "Nelle missioni del 6 e dell'11 giugno mi sono impegnata perché l'Europa mantenesse alta l'attenzione sulla stabilità della Tunisia. Il lavoro continua in queste ore per giungere a un pacchetto europeo a sostegno di Tunisi". Ma il premier è anche irremovibile su quello che dev'essere il ruolo del nostro Paese: "Non accetteremo soldi che trasformino l'Italia nel campo profughi d'Europa". Applausi dai banchi della maggioranza per il discorso chiaro e netto sul tema dei migranti mentre tra le opposizioni ha prevalso l'immobilismo.

Le polemiche su Mes

Quella sulla riforma della governance europea, ha dichiarato il presidente del Consiglio, "è una partita complessa, sulla quale io credo che l'Italia abbia obiettivi condivisi da gran parte delle forze politiche e che sono stati oggetto di sostegno bipartisan già con i Governi precedenti". Per questa ragione, ha proseguito il premier rivolgendosi a tutte le forze politiche parlamentari, "voglio dire con serenità ma anche con chiarezza, non reputo utile all'Italia alimentare in questa fase una polemica interna su alcuni strumenti finanziari, come ad esempio il Mes".

L'Italia in questo momento ha un obiettivo: "Affrontare il negoziato sulla nuova governance europea con un approccio a pacchetto, nel quale le nuove regole del Patto di stabilità, il completamento dell'Unione bancaria e i meccanismi di salvaguardia finanziaria si discutono nel loro complesso nel rispetto del nostro interesse nazionale". E in quest'ottica, quindi, "prima ancora di una questione di merito c'è una questione di metodo su come si faccia a difendere l'interesse nazionale".

In una lettera al presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, che sarà in visita del vertice Ue di domani e venerdì, il presidente dell'Eurogruppo, Paschal Donohoe, ha spiegato che "la ratifica del trattato Mes è fondamentale per i nostri sforzi e continueremo il nostro impegno con l'Italia su questo tema. Il processo di revisione degli strumenti del Mes è in corso e si concluderà nei prossimi mesi. La stabilità del nostro sistema bancario è stata rafforzata attraverso sforzi decisivi e sostenuti nella regolamentazione e supervisione e dobbiamo portare avanti questi obiettivi". Quindi, ha proseguito, "dobbiamo soddisfare il nostro impegno e realizzarlo. In questo contesto, ricordiamo la dichiarazione dell'Eurogruppo del novembre 2020, in cui abbiamo concordato di procedere con la riforma del Mes, per stabilire un sostegno comune al Fondo di risoluzione unico per rendere il nostro quadro ancora più solido. Ciò è particolarmente importante alla luce dei recenti avvenimenti del settore bancario".

Il monito alla Bce sui tassi di interesse

Davanti alla nuova mossa della Bce, che ha deciso di aumentare i tassi di interesse, Giorgia Meloni ha sottolineato che "non si può non considerare il rischio che l'aumento costante dei tassi finisca per colpire più le nostre economie che l'inflazione e cioè che la cura si riveli più dannosa della malattia". L'inflazione, ha proseguito il premier, è una "odiosa tassa occulta che colpisce soprattutto i meno abbienti, chi ha un reddito fisso, dai lavoratori ai pensionati, per questo è certamente giusto combatterla con decisione. Ma la semplicistica ricetta dell'aumento dei tassi intrapresa dalla Banca centrale europea non appare agli occhi di molti la strada più corretta da perseguire".

Il dossier russo

L'ultima settimana ricca di eventi sul fronte russo-ucraino ha tenuto alta l'attenzione di tutto il mondo sul conflitto. La bozza di colpo di Stato, poi smentito, tentato da Evgenij Prigožin a Mosca ha mostrato al mondo tutta la debolezza dell'impero del terrore di Vladimir Putin. "Tratteremo ancora una volta dell'aggressione della Federazione russa all'Ucraina. L'Italia ha seguito con grande attenzione gli sviluppi della crisi interna alla Federazione Russa. Mi limito a notare come questo episodio ha contribuito a far emergere le difficoltà della sistema di potere di Putin e a smontare la narrazione russa secondo cui in Ucraina sta andando tutto secondo i piani", ha riferiro i presidente del Consiglio in aula.

La posizione del governo italiano di sostegno all'Ucraina è riconosciuta dai nostri partner: "Dovremmo andarne fieri, non solo come governo e Parlamento, ma come nazione nel suo complesso". Non ci sono tentennamenti da parte dell'Italia sul suo schieramento: "Difendere l'Ucraina vuol dire oggi difendere l'interesse nazionale italiano.

Se non avessimo aiutato gli ucraini, come qualcuno sostiene in quest'aula per questioni di propaganda, oggi avremmo un mondo in cui alla forza del diritto si sostituisce il diritto del più forte".

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