«Ho attraversato molti luoghi, cambiando più paesi che scarpe, come diceva Bertolt Brecht. Racconto momenti che ho vissuto, storie che ho udito, riflessioni che hanno affollato la mia mente mentre percorrevo una determinata tappa nel fiume della vita». Sono parole risalenti a qualche anno fa dello scrittore portoghese Paulo Coelho, alle prese con il tentativo, sempre attuale per ogni grande artista, di raccontare le forme e gli orizzonti della propria ricerca interiore. Il viaggio, il pensiero, gli elementi della natura: tutto ritorna ciclicamente alla memoria, tutto fa storia, tutto costruisce esperienza e poi, ancora, memoria. E la vita che ne vien fuori, la vita narrata e cantata, è proprio un intreccio inestricabile di storie e sensazioni, dove niente va perduto, ma tutto, come la fisica ci insegna, viene trasformato.
Proprio il dialogo fra letteratura e scienza, che ormai da tempo ha aperto le porte a un confronto avvincente e problematico, costituisce uno dei tanti leitmotiv della Milanesiana 2008. Ed è il confronto fra due diversi modelli ermeneutici, due diversi modelli di lettura e di comprensione della realtà, a rivelare tutta la potenzialità di una ricerca per lo più ancora da scrivere e da indagare. «Sono come un fiume che scorre», diceva per l'appunto Coelho, un corso d'acqua che si snoda all'interno della natura e in cui confluiscono i percorsi, a volte lontani ed estranei fra loro, ma tutti ricchi e fruttuosi, dell'esperienza umana. «Siamo tutti matematici», riconosce e «dimostra» dall'altra sponda il matematico britannico e vincitore del premio Abel per la matematica 2004, Michael Atiyah. La matematica insegna l'infinita gamma delle possibilità, «per poi tornare, in qualche modo, sulla terra»: è la disciplina che esalta la creatività umana, sia nella ricerca scientifica che nella produzione culturale; è anch'essa, come dicevano gli antichi filosofi, un elemento della natura.
Il viaggio fantastico nel mondo dei quattro elementi inaugurato quest'anno dalla Milanesiana fa tappa stasera al Teatro dal Verme (dalle ore 21), proponendo un momento significativo di dibattito.
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