Penati perde anche dove il sindaco è «rosso»

DATI La giunta del paese sarà di sinistra, ma per la Provincia il 57% ha votato per il centrodestra

Penati perde anche dove il sindaco è «rosso»

Al margine estremo della Provincia. Più vicini a Pavia, che a Milano. Nel cortile del municipio un anziano in bici scorre i risultati elettorali. Se lo avvicini si alza sui pedali e schizza via. A Motta Visconti è ancora in voga una sana, scorbutica diffidenza contadina. Per decifrare quei voti, però, va sfidata in cerca d’aiuto. In un paese di 6.000 anime, alle provinciali, il 57% degli elettori ha premiato il candidato del centrodestra Guido Podestà. A Penati è rimasto il 28%. Solo ad Arconate ha fatto peggio ma qui, a Motta, non c’erano il Senatore Mario Mantovani e il suo prestigio a trainare il consenso dei concittadini. Qui, come borbotta il giocatore di scopa del bar Buteghin, «il sindaco l’han votato comunista». Laura Cazzola, prima cittadina riconfermata, guida una lista civica di centrosinistra. «Ma proviene da Rifondazione», arrossisce al telefono il candidato sconfitto, il leghista Angelo De Giovanni. Ce n’era un terzo, Filippo Scamarda per il Pdl. La divisione del centrodestra ha favorito il sindaco Cazzola che adesso, nel suo ufficio, se la ride. Racconta delle scuole elementari Ada Negri appena ricostruite, intitolate alla poetessa che qui fu maestra per un anno. A lavoro finito si è fatto vedere anche Penati.
Non è bastato per farsi votare dal paese dove la politica comunale gira all’incontrario (il centrodestra si divide, il centrosinistra gode) ma tutto il resto è abbastanza decifrabile.
Paese di pendolari. Inferocito con la Provincia per via dei trasporti. «Sono indecenti - è il lamento più gettonato - a Milano ci arrivi solo in pullman vecchi e che spesso non si fermano nemmeno». Anche il sindaco conferma: «Qualcosa deve cambiare, il paese è troppo sacrificato». Andar fuori è un’avventura, in compenso da Motta passano un sacco di macchine. «Dovevano fare una bretella per deviare il traffico attorno al paese, ma Penati ha bocciato il progetto della Colli», racconta De Angelis.
Tanti piccoli commercianti, portoni aperti su vecchi cortili di case un tempo contadine. Davanti al bar Manu, Abdhul e la moglie del titolare Guido Ravero si guardano con reciproca diffidenza. Irina fa la badante sul Ticino e rimpiange le rive del Volga mentre Damiano, che fa il commesso al supermercato, dice che il voto l’ha dato al centrodestra «come molti miei amici, anche operai». Margherita, che gestisce col marito il Buteghin, vorrebbe più sicurezza: «In giro non mi sento tranquilla, qui stanno aumentando i furti negli appartamenti».
Claudio Venghi, candidato sconfitto del Pd alle provinciali per il collegio di Abbiategrasso, scrolla le spalle sconsolato: «Lo sforzo sul territorio della Provincia non poteva far presa nel paese, dove il voto è molto ideologizzato e focalizzato sul simbolo».

Se lo dice lui, nato e cresciuto quaggiù, a sinistra devono credergli. Meglio mettere una croce sopra Motta, un paese di burberi pensionati da bar un po’ naif e mogli terrorizzate dal nulla. Lasciando al sindaco Cazzola il compito ingrato di farsi votare da loro.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica