Perché ho proposto di far pagare un ticket sulle Tangenziali

(...) È per tale motivo che, facendo appello alla tua ben nota cortesia, chiedo ospitalità su il Giornale per potermi meglio spiegare.
La proposta lanciata nei giorni scorsi sull'esazione di un pedaggio lungo tutti i cento chilometri delle Tangenziali di Milano non è affatto «un balzello - parole tue - per conservare la terza o la seconda corsia dove si registra la massima concentrazione universale di bestemmie, perché vi si trascorrono ore in autoimmobile», ma ha finalità del tutto diverse che, brevemente, vorrei illustrare ai tuoi lettori affinché non fosse bocciata a priori ma venisse esaminata con maggior attenzione e senza pregiudizi.
Oggi, di fatto, il pedaggio sulle Tangenziali esiste già e viene esatto alle barriere di Terrazzano e di Milano Ovest, al casello di Sesto San Giovanni e nel tratto Vimercate-Agrate. Il pedaggio calcolato solo sui tratti che sono collegati alle autostrade serve quindi per finanziare la manutenzione delle tangenziali. Insomma, per capirci, se un automobilista arriva da Bologna in città paga, mentre se entra in città da viale Forlanini per poi uscire a San Donato, non paga nulla. Anche se questo è uno dei tratti più trafficati. Evidente che l'estensione del pedaggio sull'intero tracciato delle Tangenziali rappresenterebbe, quindi, un fatto di equità tra gli utenti che già lo pagano e quelli che non lo pagano magari uscendo dalle Tangenziali un chilometro prima dei caselli.
Peraltro le future tangenziali esterne - Tem e Pedemontana - saranno pedaggiate in quanto, oggi, in Italia solo ricorrendo al project financing è possibile realizzare tali importanti opere infrastrutturali. Risulterebbe allora che, essendo pedaggiato l'anello esterno e non quello interno delle tangenziali, vi sarebbe il rischio più che concreto di vedere il traffico distribuirsi in modo non omogeneo sull'anello interno e su quello esterno. Evidente che gli automobilisti tenderebbero infatti a percorrere l'anello interno non pedaggiato. In tale evenienza risulterebbe praticamente inutile avere realizzato l'anello esterno perché non si sgraverebbe di traffico - con il relativo inquinamento ambientale - l'anello più vicino alle case e alla città.
Viceversa la finalità ulteriore di tale proposta è da ricondursi alla possibilità di trovare risorse per realizzare il prolungamento verso l'esterno della città delle attuali linee della metropolitana e, in tal modo, intercettare il traffico entrante in Milano (700mila autoveicoli al giorno) e ottenere benefici consistenti sia dal punto di vista ambientale sia rispetto al volume del traffico in città.
A tal proposito l'assessore regionale Davide Boni, persona che considero amica e di buon senso, boccia la mia proposta affermando che in un contesto di federalismo fiscale si potrebbero trovare le risorse necessarie per la realizzazione dell'allungamento delle metropolitane e che, in attesa della concreta applicazione del federalismo fiscale, tali risorse devono venire da Roma. Posso concordare pienamente con lui purché questo avvenga già nei prossimi anni ma, ben conoscendo le difficoltà di avere risorse adeguate da Roma - soprattutto in un momento di crisi globale -, e desiderando comunque utilizzare questi anni per far avanzare la modernizzazione e l'infrastrutturazione del territorio, ritengo utile ipotizzare soluzioni diverse che possano anche essere rifiutate ma che trovo improprio banalizzare.
Visto quindi le difficoltà da parte del Governo e degli Enti locali a finanziare al cento per cento le infrastrutture è più serio nei confronti dei cittadini - desiderosi di vedere al più presto trasposti dal mondo delle idee a quello dei fatti i prolungamenti all'esterno delle linee delle Metropolitane - studiare ipotesi di una più equa ripartizione di costi di realizzazione e di manutenzione (anche in termini di sicurezza) delle infrastrutture presenti e future.
Quei pochi centesimi di euro al chilometro ipotizzato da uno studio della società Serravalle Spa che gestisce le Tangenziali di Milano consentirebbero, in soldoni, ai cittadini un miglioramento di qualità della vita indotto, pure sul fronte dell'inquinamento ambientale, dalla realizzazione dei prolungamenti all'esterno di Milano delle metropolitane.


Molte altre argomentazioni potrebbero essere messe sul tavolo, sono e resto però convinto che sia meglio fare proposte piuttosto che restare inerti. Lo pretende la nostra Milano, la nostra Grande Milano che deve avere una qualità della vita e un ambiente migliore.
Cordiali saluti.
presidente Provincia

di Milano

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