“Non è plausibile”. Prima sconfitta per Harry al processo contro i tabloid

Per l’Alta Corte di Londra non sarebbe credibile la possibilità di un accordo tra i tabloid e Buckingham Palace per hackerare il telefono del principe Harry

“Non è plausibile”. Prima sconfitta per Harry al processo contro i tabloid
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Il processo che vede il principe Harry contro il News Group Newspapers di Murdoch, che tra le sue pubblicazioni ha anche il Sun, è ancora all’inizio, ma ci sarebbe già una prima vittoria per il gruppo Ngn. Per l’Alta Corte di Londra, infatti, alcune accuse del duca non sarebbero né credibili, né plausibili, a partire dal presunto “accordo” tra Buckingham Palace e la stampa per tenere Harry sotto stretta sorveglianza.

Un “accordo segreto”

Sir Timothy Miles Francourt, giudice dell’Alta Corte di Londra che sta seguendo il caso di Harry contro i tabloid, ne è certo: una parte delle accuse formulate dal duca di Sussex non sarebbe “plausibile”. I dettagli che non tornano sarebbero troppi e i racconti del principe presenterebbero notevoli lacune, rendendo impossibile una ricostruzione dei fatti convincente e attendibile. Harry sostiene che la royal family avrebbe stretto un “accordo segreto” con il Sun per hackerare il suo telefono e, di conseguenza, spiare ogni sua mossa.

Tuttavia il principe non avrebbe presentato alcuna prova a sostegno della sua tesi. Per questo il giudice Francourt ha respinto l’accusa contro il News Group Newspapers. Nessun hackeraggio, nessun intrigo di corte, nessun complotto contro il duca di Sussex. Un portavoce del gruppo ha definito la notizia “una vittoria significativa”, aggiungendo: “Per il giudice…le affermazioni in relazione al presunto ‘accordo segreto’ non erano né plausibili, né credibili. È piuttosto evidente che non vi è stato alcun accordo ed è stato solo il duca ad asserire che vi fosse”. Un duro colpo per Harry, che vede vacillare alle fondamenta la sua strategia accusatoria.

Accuse in ritardo?

Ci sarebbe anche un altro problema non trascurabile: il duca di Sussex avrebbe denunciato il News Group Newspapers troppo tardi. Secondo la legge britannica, infatti, trascorsi sei anni dai fatti, non è più possibile aprire un processo. Sembra che Harry sapesse di essere spiato dal News of The World (settimanale che non esiste più dal luglio 2011) già dal 2012. Lo scorso aprile il duca di Sussex ha affermato di essere venuto a conoscenza del presunto hackeraggio da poco tempo e questo spiegherebbe perché si è mosso solo ora, rendendo valida la sua denuncia. Harry ha precisato: “Senza dubbio l’istituzione mi ha nascosto per lungo tempo informazioni sul fatto che il mio telefono era stato hackerato e ciò è divenuto chiaro negli ultimi anni…”.

Subito dopo, però, si sarebbe contraddetto, dichiarando che nel 2012 Buckingham Palace gli avrebbe categoricamente vietato di trascinare in tribunale i tabloid in virtù di un patto stretto tra i Windsor e la stampa: la royal family si sarebbe impegnata a rimandare possibili procedimenti giudiziari contro il News Group Newspapers in cambio di pubbliche scuse. Ciò significa che Harry, già all’epoca, doveva sapere del presunto hackeraggio e ciò renderebbe nulla la sua accusa.

Nonostante ciò ci sono ancora molti punti da chiarire in tutta questa faccenda. Le versioni contrastanti del duca di Sussex e del News Group Newspapers dovranno essere analizzate con molta attenzione per stabilire la verità.

Inoltre Harry può ancora assestare il colpo di grazia a Murdoch, perché rimane in gioco la contestazione relativa all’uso delle intercettazioni. Il processo potrebbe andare avanti fino al 2025. Ci sarà ancora molto di cui parlare. La fine di questa odissea è ancora lontana.

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