Pillole reali

Rania di Giordania vestita di nero al matrimonio del figlio: ecco perché

Tutti i dettagli e il racconto delle nozze dell'anno tra l'erede al trono di Giordania, Hussein e l'architetto saudita Rajwa al-Saif

Rania di Giordania vestita di nero al matrimonio del figlio: ecco perché
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Il matrimonio del principe ereditario Hussein, figlio dei sovrani Rania e Abdallah, con Rajwa al-Saif rappresenta l’alleanza tra due Paesi, la Giordania e l’Arabia Saudita, ma anche tra due famiglie reali, il casato hashemita e il clan al-Sudairi, da cui proviene la madre della sposa e di cui fa parte re Salman d’Arabia Saudita (benché Rajwa non sia nobile). Queste nozze consentono al regno di Giordania di sopravvivere e rafforzarsi e alla famiglia al-Saud di estendere il suo potere nel Medio Oriente attraverso una nazione fondamentale per gli equilibri geopolitici dell’area.

Il contratto nuziale

Lo scorso primo giugno, nella bellissima cornice di Palazzo Zahran, di fronte a 140 selezionatissimi ospiti, il principe ereditario Hussein ha detto sì all’architetto saudita Rajwa al-Saif. La cerimonia nuziale che abbiamo visto si chiama “katb al-kitab”, che in arabo significa “redazione del contratto”. Alla base del rito nuziale islamico (che non è un sacramento, contrariamente a ciò che avviene nella religione cristiana) vi è proprio la firma di un accordo scritto tra gli sposi e tra le loro famiglie. Il documento che Rajwa, Hussein e i loro padri hanno firmato alla fine della cerimonia, alla presenza dell’imam della corte hashemita Ahmed al-Khalaileh, contiene delle clausole ben precise tra cui quella relativa al “mahr”, cioè la dote che lo sposo deve corrispondere alla sposa. Nel “mahr” possono rientrare beni mobili e/o immobili, ma il pagamento avviene in due fasi: una parte viene corrisposta alla moglie al momento del matrimonio, un’altra in caso di divorzio o di morte del marito. Il “mahr”, in origine, era il prezzo della sposa, ma con l’evoluzione del diritto islamico è diventato un modo per tentare di bilanciare la posizione dell’uomo e della donna e tutelare quest’ultima. Se il marito possiede “l’arma” del ripudio (che è unilaterale, ovvero può essere dato solo dall’uomo alla donna e non viceversa), la moglie ha quella del pagamento della dote.

Il rito della “Zaffa” e il taglio della torta con la spada

Dopo la cerimonia Hussein e Rajwa hanno fatto il loro ingresso a Palazzo al-Husseiniyya per il banchetto nuziale con 1700 invitati, accolti dalla “zaffa”, un tipo di musica tradizionale, dedicata ai matrimoni. Ogni Paese del Medioriente ne ha una propria versione suonata con tamburi, ma anche cornamuse o trombe. Durante la festa si balla, di solito, la “dabka”, una danza in cui è fondamentale il movimento delle gambe e il ritmo dei piedi che battono in terra. Non sappiamo se gli ospiti o dei ballerini professionisti abbiano danzato la “dabka” al matrimonio di Rajwa e Hussein, però si tratta di un ballo molto diffuso e amato in Giordania. Ci sono, però, le immagini degli sposi che tagliano la torta con la spada, altra tradizione dei matrimoni islamici.

I due abiti da sposa di Rajwa e una gaffe che non è mai avvenuta

Per la cerimonia nuziale la principessa Rajwa ha indossato uno splendido abito bianco con strascico, scollatura asimmetrica e velo ricamato di Elie Saab e scarpe basse invece dei tacchi. Il vestito è stato realizzato in tre mesi grazie al lavoro di 20 persone e impreziosito con 6 chilogrammi di perle di diverse dimensioni, 550 petali ricamati e cristalli, rivela Vogue. Per il ricevimento, invece, la principessa ha scelto Dolce & Gabbana (ecco perché, alcuni mesi fa, Rajwa era stata avvistata con la regina Rania e sua madre a Milano). L’abito dell’italianissimo brand è, per quel che riguarda lo stile, l’esatto contrario del vestito da sposa: gonna ampia con ricami di satin che sembrano decorazioni di panna su una torta e guanti lunghi, per un effetto a metà tra una bambola e una principessa delle fiabe. Molto elegante. Alcuni, però, hanno criticato la principessa Iman, sorella dello sposo, sostenendo che si fosse vestita di bianco, violando una delle regole non scritte del matrimonio. In realtà Iman indossava un abito di Ashi Studio dal colore chiaro, ma non bianco, a cui ha abbinato una clutch di Sarah Beydoun e sandali di Jennifer Chamandi.

Perché Rania era vestita di nero?

Al matrimonio di suo figlio la regina Rania indossava un abito nero di Maria Grazia Chiuri per Dior, della collezione Autunno Inverno 2022-2023, con gonna svasata e ricami ai polsi, al collo e sulla schiena. Molti sono rimasti perplessi dalla scelta del colore del vestito. Come nel caso della principessa Iman non vi è alcuna gaffe. Anzi, era impossibile che la famiglia reale giordana commettesse un errore di stile proprio il giorno del royal wedding del principe ereditario. A parte il fatto che vestirsi di nero a un matrimonio non è più un tabù, in questo caso c’è una precisa simbologia: nell’Islam il nero è il colore della modestia ed è una delle tonalità emblematiche di questa religione insieme al bianco e al verde. Lo ritroviamo sulla bandiera giordana, ma nera è anche la “kiswa”, cioè il drappo di seta decorato con i versetti del Corano in oro che ricopre la Ka’ba a La Mecca.

L’abito rosa della principessa Beatrice

Al matrimonio del principe ereditario di Giordania è accaduto anche un simpatico imprevisto, di quelli che si temono, ma non sono poi troppo comuni: la principessa Beatrice e la principessa A’isha di Giordania (sorella di Re Abdallah) indossavano lo stesso abito rosa di Reem Acra in satin con paillettes in oro argento, cristalli e perle. La sorte, però, ha voluto che Beatrice lo portasse al banchetto e A’isha alla cerimonia, evitando l’effetto “gemelline per caso”.

Tiare con messaggi nascosti

Sulla tiara di Rajwa, firmata “FredJewelry”, c’è un’incisione in arabo che gioca sul nome della principessa: “Rajwatun min Allah”, cioè “Speranza da Allah”, nel senso di “preghiera esaudita da Allah”. Una frase che sarebbe stata ispirata dalla regina Rania. Durante l’henna party per l’addio al nubilato di Rajwa, la sovrana ha detto: “Non dimenticherò quanto eravamo felici Sua Maestà e io quando Hussein ci disse di voler sposare Rajwa. Lei è la perfetta risposta a tutte le mie preghiere per lui”. Sulla Arabic Scroll Tiara sfoggiata dalla Regina durante il party, realizzata nel 2005 da Yan Sicard con 1300 diamanti e dono di Re Abdallah, c’è invece l’iscrizione “Allah è grande”. Da menzionare anche la “Lover’s Knot Tiara” sfoggiata da Kate Middleton al banchetto nuziale, commissionata a Garrard dalla regina Mary nel 1914 e donata a Lady Diana per il suo matrimonio nel 1981. Era la preferita della compianta principessa, ma a quanto pare sarebbe così scomoda e pesante da causare forti mal di testa a chi la indossa. Per il ricevimento la principessa Beatrice ha tirato fuori dallo scrigno la quasi dimenticata York Tiara (sempre realizzata da Garrard), regalata dalla regina Elisabetta a Sarah Ferguson per il suo matrimonio con il principe Andrea nel 1986.

Kate e Rajwa: un destino comune sotto il cielo di Amman

La principessa Kate è stata tra le ospiti più ammirate al royal wedding di Giordania. Per la cerimonia ha scelto un abito rosa di Elie Saab, la clutch Wilbur & Gussie e i sandali Prada. Per il banchetto un vestito di Jenny Packham, sempre sulla tonalità del rosa. La futura regina d’Inghilterra e l’altrettanto futura regina di Giordania hanno una cosa in comune (a parte le origini commoner): Amman. La principessa del Galles ha passato in Giordania tre anni della sua infanzia, dal 1984 al 1987. I suoi genitori si trasferirono per lavoro, poiché all’epoca erano dipendenti della British Airways. Kate avrebbe imparato anche un po’ di arabo a scuola provando a leggere, tra gli altri testi, anche il Corano. Per Kate la Giordania è stata “casa”.

Per Rajwa lo è appena diventata.

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