"Sarà sostituito. E non da William". Le profezie di Nostradamus su Carlo III

Inquietanti profezie annuncerebbero l’imminente fine del regno di Carlo III. Ma sono inattendibili: ecco perché

"Sarà sostituito. E non da William". Le profezie di Nostradamus su Carlo III

Perché crediamo nei presagi, o negli oroscopi? Uno dei motivi potrebbe essere nell’illusione di controllo sul futuro che ci danno. Non è un caso se, per esempio, le profezie di Nostradamus (1503-1566), pur avendo basi razionali del tutto inconsistenti, continuano a riscuotere un enorme successo. In particolare, nell’ultimo anno e mezzo, hanno conquistato l’interesse mediatico le quartine del celebre astrologo del Cinquecento che, secondo alcuni, farebbero riferimento al regno di Carlo III. Si tratta di previsioni nefaste e sorprendenti, ma siamo proprio sicuri che siano attendibili e non, invece, il risultato, a posteriori, di interpretazioni fondate sulle nostre paure, le nostre aspettative e, perché no, anche le simpatie o le antipatie che molti nutrono nei confronti della royal family?

Un regno breve

Alla fine di maggio 2024 sui giornali è comparsa una strana notizia. Nelle sue “Profezie”, scritte nel 1555, Nostradamus avrebbe predetto l’abdicazione di Carlo III. Le nebulose quartine da cui è emersa questa teoria, citate da Newsweek, recitano così: “Perché loro disapprovavano il suo divorzio, un uomo che, poi, considerarono indegno, il popolo caccerà con la forza il Re delle Isole, lo rimpiazzerà un uomo che mai si sarebbe aspettato di essere Re”. A proporre l’interpretazione secondo cui il Re spodestato sarebbe Carlo III, è stato l’autore britannico Mario Gilbert Priester-Reading (1953-2017) nel libro “The Complete Prophecies for the Future”, (2005).

Reading ha scritto in proposito: “Il preambolo è che la regina Elisabetta morirà, intorno al 2022, all’età di circa 96 anni, cinque anni prima rispetto alla morte di sua madre. Il Principe Carlo verrà incoronato al suo posto e diventerà il ‘Re delle Isole’, ciò implica che non sarà più il Re delle regioni del mondo su cui ha regnato sua madre…che diventeranno repubbliche”.

Secondo l’autore, però, il regno di Carlo dovrebbe avere vita breve per un motivo preciso: “…Il risentimento…di una parte del popolo britannico a seguito del divorzio da Lady Diana…La pressione su di lui è così grande…che accetterà di abdicare in favore del suo figlio maggiore, il principe William”. Nel 2006 Reading revisionò l’opera, cambiando la parte della sua tesi relativa al successore di Carlo. Non sarebbe più il principe di Galles il futuro sovrano, bensì un’altra persona di cui non viene specificata l’identità: “Un uomo sostituirà colui che non si sarebbe mai aspettato di diventare Re”.

È già tutto scritto?

Nostradamus ha davvero previsto la morte della regina Elisabetta e la fine del regno di Carlo III? No. Le “profezie” dell’astrologo non sono altro che frasi talmente ambigue, peraltro scritte con uno stile arcaico e ampolloso, che ognuno può leggervi ciò che vuole (si tratta di “chiaroveggenza retroattiva”, cioè lo stile generico di queste presunte previsioni rende possibile qualunque tipo di interpretazione a posteriori).

Infatti non ci sono mai riferimenti diretti, precisi. Nessuna data, nessun nome. Così è molto facile “preannunciare”, per esempio, la morte di un sovrano o una guerra. Del resto i conflitti, purtroppo, caratterizzano da sempre la storia dell’umanità e i Re, come tutti i comuni mortali, sono destinati a morire prima o poi. Naturalmente nelle quartine non vengono citati Elisabetta II e Carlo III per il semplice fatto che Nostradamus, vissuto secoli prima di loro, non avrebbe mai potuto prevedere la loro esistenza. Nessuno poteva farlo. Una simile capacità non è mai stata dimostrata con prove inconfutabili.

Al contrario l’astrologo poteva pensare che in futuro il mondo avrebbe avuto nuovi regnanti e qualcuno, magari, avrebbe abdicato o sarebbe stato spodestato. Ma questa non è chiaroveggenza, è il normale corso della Storia. A questo punto viene naturale chiederci da dove Reading abbia tirato fuori la sua teoria. Non è chiaro come e per quale ragione l’autore abbia identificato i protagonisti delle quartine di Nostradamus con Elisabetta e Carlo. Tuttavia non possiamo escludere che il riferimento sia stato dettato solo dalla fama planetaria di cui gode la royal family britannica e, soprattutto, dalla notevole attenzione che suscita ogni notizia o indiscrezione sui reali d’Inghilterra.

Eppure lo scrittore sembrerebbe aver effettivamente predetto la data della morte della regina Elisabetta. Le cose, però, non starebbero proprio così: Reading ha soltanto scritto che la sovrana sarebbe passata a miglior vita “intorno al 2022”. Espressione che significa tutto e niente. In che senso “intorno al 2022”? Intendeva il 2021, il 2022 o il 2023? In più, facendo un rapido calcolo, Reading ha riflettuto sul fatto che il 2022 sarebbe stato il 96° anno di vita di Elisabetta, ovvero la fase di inevitabile declino del suo regno. Una “previsione” piuttosto scontata. Il fatto che poi si sia realizzata è solo una coincidenza.

Harry o Simon Charles?

Per quanto riguarda l’epiteto di “Re delle Isole” attribuito a Carlo Reading ha sbagliato. Il Commonwealth non si è dissolto, nonostante le spinte repubblicane. Un altro errore riguarda la fine del regno: Nostradamus avrebbe parlato di una detronizzazione, Reading, invece, propone la versione dell’abdicazione, ma non spiega come sarebbe passato da una teoria all’altra.

Comunque il sovrano non penserebbe affatto di abdicare, né è stato spodestato a causa del “risentimento” popolare causato dalla morte di Diana. Pur non essendo amato quanto William e Kate, almeno stando ai sondaggi, Carlo è stato accettato e, in parte, perdonato dai sudditi. Lo stesso parrebbe valere per Camilla. Molto confusa è anche la questione della successione. Perché Reading ha cambiato idea riguardo all’identità del monarca che prenderà il posto di Carlo?

Impossibile rispondere. Tuttavia Nostradamus ha parlato di un successore “che mai si sarebbe aspettato di essere Re”. Il principe di Galles sa bene che un giorno salirà al trono e si prepara da una vita per questo. Secondo lo sconosciuto successore menzionato da Reading potrebbe essere Simon Charles Dorante-Day, che da anni sostiene di essere il figlio segreto di Carlo e Camilla, pur non avendo mai portato prove di quanto afferma. Oppure il ribelle Harry.

Due tesi che sorvolano su un dettaglio neanche troppo piccolo: il legittimo erede è William e dopo di lui ci sono i suoi figli. Il duca di Sussex è solo quinto in linea di successione. Ma Reading non poteva sapere dei bambini, perché ha scritto il suo libro otto anni prima della nascita del principe George, il primogenito di William e Kate. Se davvero avesse previsto la data della morte di Elisabetta II, cosa gli avrebbe impedito di preannunciare la nascita dei royal baby?

L’illusione di poter vedere il futuro

“Nostradamus non ha mai veramente previsto alcun evento futuro”, ha scritto il giornalista Massimo Polidoro in un articolo pubblicato sul sito del Cicap il 19 ottobre 2000. “Le uniche tre volte in cui ha indicato una data precisa per le sue profezie…si è clamorosamente sbagliato: in una prevedeva il culminare di una lunga e selvaggia persecuzione religiosa per il 1792 (che non c’è mai stata), in un’altra la totale distruzione della razza umana per il 1732 e nella terza la fine del mondo per il 1999!”.

Quando accade un avvenimento storico, positivo o negativo che sia, che colpisce l’immaginario collettivo (per esempio la morte della regina Elisabetta, o l’incoronazione di Carlo III), molti cercano di dargli un significato alla luce di chissà quale disegno già decifrato in anticipo, quasi per magia (idea che mostra tutta la sua incongruenza anche nel fatto che, spesso, le interpretazioni delle presunte previsioni vengono formulate a posteriori, come nel caso delle quartine di Nostradamus).

Molte volte gli esseri umani non si accontentano né della casualità, né della semplice spiegazione logica. Anzi, a volte le temono, perché le coincidenze ci ricordano che siamo impotenti di fronte a molti eventi e la razionalità non ammette né la previsione, né tutte le possibili interpretazioni di un avvenimento.

In entrambi i casi, insomma, le cose non sono o non vanno come speriamo e questo dà molto fastidio alla parte di noi che vorrebbe avere la capacità di vedere il futuro, di anticiparlo e modellarlo a suo piacimento (in altre parole di controllarlo). Non è altro che la paura dell’ignoto a spingerci a credere che qualcuno possa prevedere ciò che sarà. Ci tranquillizza pensare che esistano persone con simili doti, perché ci fa sentire un po’ meno in balìa degli eventi.

Forse, però, sbagliamo prospettiva: ci sono cose che possiamo controllare, altre su cui abbiamo un margine di manovra limitato e altre ancora che non dipendono affatto da noi. Il futuro che tanto ci spaventa è, in parte, già nel presente, in tutte quelle cose che possiamo cambiare.

Nel momento in cui decidiamo di agire, stiamo creando proprio l’avvenire che ci sembrava tanto lontano e oscuro. Il futuro non è un’immagine immutabile da guardare con rassegnazione e apatia, ma l’azione che ci rende vivi nel nostro tempo.

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