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La mossa di Carlo: riprende una tradizione interrotta dalla madre 40 anni fa

Re Carlo III vuole portare avanti una consuetudine che la regina Elisabetta decise di abbandonare negli anni Ottanta per un motivo ben preciso

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Tutto è pronto per il primo Trooping The Colour, ovvero la "Sfilata della Bandiera" di Re Carlo III, che si svolgerà il 17 giugno 2023. Si tratta del "compleanno" ufficiale del Re, che non coincide con la sua data di nascita e si svolge ogni anno a Londra. L'evento affonda le radici nel XVII secolo, quando i soldati facevano sfilare la bandiera sui campi di battaglia per segnalare il luogo in cui si radunavano le truppe. Nel 1748 Giorgio II sovrappose a questa celebrazione il genetliaco pubblico del sovrano. La decisione non fu frutto del caso: la parata si teneva in estate, quando il tempo era più clemente. Non vi era occasione migliore per omaggiare i Re e, soprattutto, per vederli. Lo scorso 12 giugno Buckingham Palace ha annunciato che, per l’occasione, il sovrano riporterà in vita una tradizione interrotta 37 anni fa dalla regina Elisabetta: sfilare a cavallo durante la parata. Il pubblico britannico e internazionale si era così abituato a vedere la defunta monarca in carrozza durante l’evento da non immaginare nemmeno che Carlo potesse modificare la nuova e ormai consolidata usanza.

Una tradizione interrotta per 37 anni

Carlo III parteciperà al suo primo Trooping The Colour da Re stando a cavallo, ha annunciato il Palazzo reale. Partendo proprio da Buckingham Palace Sua Maestà attraverserà il Mall fino alla Horse Guards Parade, vicino Whitehall. Lì, in qualità di Colonnello in Capo dei 7 reggimenti della Household Division, riceverà il saluto dei soldati e ispezionerà le truppe prima di rientrare a Palazzo e godersi dal balcone l’esibizione della Raf con la royal family riunita. Il Daily Mail ha precisato che durante la parata il Re verrà scortato dal reggimento della Life Guards, il più antico dell’esercito britannico e dal reggimento di guardia d’onore a cavallo Blues and Royals.

I cittadini britannici e i fan della royal family non vedono un sovrano sfilare a cavallo durante il Trooping The Colour da ormai 37 anni. Il 1986 segnò la fine, seppur provvisoria, di una tradizione. Fino a quel momento, infatti, la regina Elisabetta aveva partecipato all’evento in divisa e a cavallo. Non solo: per 18 anni, dal 1969 al 1986, la compianta sovrana aveva scelto lo stesso bellissimo cavallo nero (una femmina): Burmese, il suo preferito (1962-1990), donatole dalla Royal Canadian Mounted Police nel 1969.

Elisabetta II e il cavallo furono coinvolti anche nell’attentato del 1981, avvenuto proprio durante il Trooping The Colour e messo in atto dall’allora 17enne Marcus Sarjeant. Burmese si imbizzarrì e la Regina corse il rischio di essere disarcionata. Solo il suo proverbiale sangue freddo la protesse da una caduta che poteva essere rovinosa. In realtà, però, non sarebbero stati i sei spari contro Elisabetta a innervosire il cavallo, bensì il caos creato dalla scorta per tentare di difendere la monarca: “Burmese ha percepito che la Household Cavalry stava per aggredirmi, così ha attaccato per prima”, avrebbe spiegato la regina Elisabetta una volta rientrata a Palazzo. Lo splendido animale avrebbe interpretato male quegli attimi concitati e la paura dei soldati dopo gli spari.

Una scelta che garantisce continuità

Nel 1986 Burmese era diventata un po’ troppo anziana per continuare a partecipare agli eventi reali. Così, dopo 18 anni di onorato servizio, andò “in pensione”, diciamo così. Elisabetta, però, decise di non sostituirla con un altro cavallo. Preferì cambiare la consuetudine: dal 1987 partecipò alla parata restando in carrozza. A Burmese sono state dedicate anche delle statue come quella realizzata a Sandhurst da Caroline Wallace per il Giubileo di Platino di Sua Maestà. La scultura, commissionata dalla Royal Military Academy Sandhurst, raffigura la sovrana in sella al suo cavallo. Come l’opera d’arte di Susan Velder che si trova di fronte al Saskatchewan Legislative Building in Canada e venne svelata da Elisabetta in persona nel 2005.

Tutti questi aneddotici fanno capire il valore storico e sentimentale della scelta di Carlo III. Come spesso accade in questi casi c’è la volontà di omaggiare la defunta Elisabetta II, ma anche il desiderio di riprendere un’antica consuetudine per creare continuità. Carlo III vuole dimostrare che il suo regno, benché moderno, non ha perso di vista i valori e le tradizioni della Corona. Certo, sfilare a cavallo è anche molto scenografico, ma non dobbiamo pensare che sia una decisione dettata dalla frivolezza. Tutt’altro.

Dietro allo spettacolo in sé c’è un significato molto più profondo, un filo rosso che collega i sovrani del passato a Carlo, che vuole dimostrare di essere alla loro altezza, il loro degno erede in grado di assicurare alla monarchia prosperità e sopravvivenza.

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