Più incisiva è ora la lotta all’infezione dell’epatite C

Avanza la ricerca farmacologica nel campo delle epatiti, con innovative e potenti molecole, destinate ad aprire una nuova era nel trattamento dell’infezione da virus C. Nel nostro paese, circa il 3 per cento della popolazione, quasi un milione e 700mila persone, viene ritenuto essere portatore cronico dell’infezione. Il tema Epatite C ha dominato il 46° Congresso annuale dell’European Association for the Study of the Liver (Easl) a Berlino (oltre 8mila i partecipanti), soprattutto per la presentazione di due incoraggianti studi internazionali di fase III (Sprint-2 e Respond-2), pubblicati sul New England Journal of Medicine, che hanno valutato l’efficacia e la sicurezza di una molecola, boceprevir, inibitore orale della proteasi (una classe di farmaci già conosciuta nel trattamento dell’HIV). Il farmaco, aggiunto alla terapia standard, peg-interferone alfa 2b e ribavirina, si è dimostrato in grado di potenziare significativamente la risposta virologica sostenuta (intorno al 70 per cento in confronto allo storico atteso del 40 per cento), nei pazienti con infezione da virus dell’epatite C di genotipo 1 (la variante virale più difficile da trattare), sia mai precedentemente trattati, sia non responsivi al trattamento standard. Non solo, rispetto ad una durata tradizionale di un anno, la nuova triplice terapia consentirà, nella maggioranza dei casi, di ridurre l’arco temporale di trattamento a 28 settimane, per i pazienti naive e a 36 settimane per i pazienti non responsivi mentre anche il profilo di sicurezza è incoraggiante.
«Siamo al punto di svolta epocale, che potrebbe portare nei prossimi anni ad una terapia definitiva per il virus C che potrebbe consentire di eradicare questa infezione in quasi tutti i soggetti affetti», commenta Savino Bruno, direttore dell’unità di medicina interna ed epatologia dell’ospedale Fatebenefratelli ed oftalmico di Milano, primo autore europeo, unico italiano, della pubblicazione e relatore (a conferma di una epatologia italiana sempre più eccellente nel mondo), nel corso dell’Easl, di una presentazione riguardante una sottoanalisi di pazienti affetti da epatite C con malattia più severa e più difficili da trattare. «Punto cruciale per questi nuovi farmaci anti-epatite C, sarà la sostenibilità dei costi.

Così come per le terapie oncologiche, che hanno determinato la cronicizzazione di molte neoplasie prima invariabilmente letali a breve termine, i nuovi antivirali, che debelleranno l’infezione e che saranno disponibili nel 2012, saranno onerosi».

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