
Alleluia. Con anni di colpevole ritardo il settore automotive, attraverso le sue realtà associative in Europa (Acea per i costruttori, soprattutto, e Clepa per la componentistica) invia una lunga lettera alla presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen. «Raggiungere i rigidi obiettivi di CO2 per auto e furgoni fissati per il 2030 e il 2035 - si legge - è, nel mondo di oggi, semplicemente impossibile».
Ci sono voluti il crollo del sistema automotive europeo, la perdita di competitività nei confronti dei cinesi e gli impianti a rischio, con i relativi occupati, prima che il settore prendesse atto del disastro annunciato.
Gli ultimi avvenimenti che fanno temere il peggio riguardano proprio gli stabilimenti italiani di Stellantis. Dopo la decisione di porre in solidarietà per un anno i 1.823 addetti di Termoli, impianto destinato - sulla carta - a diventare una Gigafactory, ieri è stata la volta di Pomigliano d'Arco dove nascono la Fiat Pandina e l'Alfa Romeo Tonale. È stato infatti siglato con i sindacati un pre-accordo per la proroga, pure di un anno dall'8 settembre, dei contratti di solidarietà per i 3.750 occupati. Le motivazioni si sposano con il contenuto della lettera inviata da Acea e Clepa a Bruxelles: il permanere della situazione di flessione e incertezza in cui versa il comparto. E pensare che nei mesi scorsi, quando la stessa von der Leyen aveva presentato il Piano d'azione per la revisione delle norme capestro con il tutto elettrico al 2035, i top manager delle case si erano fatti immortalare sorridenti al suo fianco. Sono gli stessi capi azienda che ora fanno dietrofront o che hanno passato la patata bollente ad altri.
«Il piano di trasformazione dell'Europa - riconoscono gli scriventi - deve andare oltre l'idealismo, riconoscendo le attuali realtà industriali e geopolitiche. Condividiamo una destinazione comune, ma il viaggio richiede più pragmatismo e flessibilità per mantenere in funzione il motore del settore automobilistico europeo». Il 12 settembre è in agenda il Dialogo strategico sulla questione, un appuntamento che Acea e Clepa definiscono come «un'occasione opportuna per ricalibrare la politica dell'Ue in merito alla catena del valore automobilistica, in linea con le mutevoli realtà di mercato, geopolitiche ed economiche». La richiesta rivolta alla presidente è di «ricalibrare l'attuale percorso di riduzione delle emissioni di CO2» per «garantire il raggiungimento degli obiettivi climatici dell'Ue, salvaguardando la competitività industriale, la coesione sociale e la resilienza strategica delle catene di approvvigionamento europee«. In sintesi, di correggere la rotta all'insegna della neutralità tecnologica, includendo nell'iter non solo i veicoli elettrici, ma anche gli ibridi ricaricabili, i range extender, quelli endotermici altamente efficienti, l'idrogeno e i combustibili green.
Tornando al sito campano di Stellantis, Aniella Guarino (Fim Napoli), precisa che «la solidarietà non deve diventare una soluzione strutturale, in quanto è uno strumento di difesa, non di gestione ordinaria. E non deve trasformarsi in un alibi per scaricare sulle spalle dei lavoratori le incertezze del futuro«.
E Ferdinando Uliano, leader Fim: «Riteniamo urgente un primo incontro con il nuovo ad Antonio Filosa finalizzato alla predisposizione di un vero piano industriale per l'Italia. Anche il governo è stato sollecitato a convocare, con la massima urgenza, il Tavolo Stellantis».