La manovra cambia passo sulle pensioni. L'emendamento del governo depositato ieri in commissione Bilancio allunga infatti le finestre mobili per le uscite anticipate e riduce la portata del riscatto della laurea. Per chi matura i requisiti dal 2032 in poi, l'attesa tra il raggiungimento dei 42 anni e 10 mesi di contributi e l'assegno salirà progressivamente dai tre mesi attuali a quattro nel 2032, cinque nel 2033 e sei mesi dal 2034. Parallelamente, viene ridimensionato il riscatto della laurea triennale con una penalizzazione che parte da 6 mesi nel 2031 e arriva fino a 30 mesi per chi maturerà i requisiti nel 2035.
Sul fronte delle imprese, arrivano infine 3,5 miliardi aggiuntivi per Transizione 5.0, Zes Unica e caro materiali in edilizia. Secondo le stime di Unimpresa, l'effetto moltiplicatore potrebbe arrivare fino a 8,5 miliardi in due anni. Convinta Confindustria. «Capiamo che ciò che ci era stato rappresentato e promesso dal governo, che l'industria era al centro dell'attenzione, lo stiamo percependo», ha commentato il presidente Emanuele Orsini. Sul versante delle infrastrutture sono stanziati 800 milioni di euro per il 2026 e 400 milioni per il 2027 per l'edilizia statale e gli interventi speciali, capitolo che include il Ponte sullo Stretto di Messina per il quale 780 milioni sono rinviati al 2033. A questi si aggiungono 150 milioni l'anno per il 2026 e il 2027 destinati al Piano Casa. Rimodulato il Pnrr: la proposta stabilisce il riversamento al bilancio dello Stato, di somme giacenti sui conti di tesoreria per la gestione delle risorse del Piano per un totale di circa 7,1 miliardi nel triennio 2026-2028.
La manovra interviene anche sulla sanità, riducendo di circa 140 milioni annui il Fondo per i farmaci innovativi ma compensando integralmente la misura con l'aumento del tetto di spesa farmaceutica dallo 0,20 allo 0,30%, con saldo neutro per i conti pubblici. Sempre sul fronte previdenziale, torna il meccanismo del silenzio-assenso per la previdenza complementare. Dal primo luglio 2026 i lavoratori di prima assunzione nel settore privato aderiranno automaticamente a un fondo pensione, con possibilità di rinuncia entro sessanta giorni. Si amplia inoltre la platea delle aziende tenute a versare il Tfr all'Inps: saranno tenuti a farlo anche i datori di lavoro che, negli anni successivi a quello di avvio dell'attività, raggiungano la soglia dimensionale dei 50 dipendenti, attualmente esclusi dall'obbligo.
Importante anche il capitolo assicurazioni. Per i premi Rc auto e natanti viene introdotto un nuovo acconto pari all'85% del contributo al Servizio sanitario nazionale, da versare entro il 16 novembre. L'acconto sarà scomputabile dall'anno successivo e nel solo 2026 produrrà un maggior gettito una tantum di circa 1,3 miliardi di euro, poiché si sommerà ai versamenti ordinari. Dal 2027 il sistema andrà a regime senza ulteriori effetti.
Accanto al capitolo pensioni la manovra rafforza in modo strutturale il fronte delle entrate. Dal 2029 viene introdotta una ritenuta fiscale dell'1% sui pagamenti effettuati tramite fattura elettronica nelle transazioni tra soggetti Iva. L'obiettivo è contrastare l'omessa dichiarazione e il mancato versamento delle imposte. Secondo la relazione tecnica, la misura garantirà un maggior gettito annuo pari a 1,469 miliardi di euro, di cui 885 milioni derivanti dall'Ires e 584 milioni dall'Irpef, contribuendo a ridurre i divari tra accertamento e riscossione.
Il quadro macroeconomico offre intanto un segnale di distensione. L'Istat ha rivisto al ribasso l'inflazione di novembre all'1,1%, il livello più basso da gennaio. Il voto finale sulla manovra al Senato è fissato al 23 dicembre con la fiducia.