Base navale e terre rare per gli Usa: cosa c'è dietro la mossa africana di Trump

Il Somaliland offre agli Usa una base sul Mar Rosso e accesso a terre rare in cambio del riconoscimento. Una mossa che agita il Corno d’Africa e apre nuovi scenari nella sfida con la Cina

Base navale e terre rare per gli Usa: cosa c'è dietro la mossa africana di Trump
00:00 00:00

Il Somaliland è una regione della Somalia settentrionale, un tempo conosciuta come Somalia britannica, che nel 1991 ha proclamato la sua indipendenza dalla Repubblica Somala approfittando della sanguinosa guerra civile scoppiata in quel Paese del Corno d'Africa. Mai riconosciuto a livello internazionale, il Somaliland intrattiene comunque relazioni diplomatiche con alcuni Stati, tra cui i l Regno Unito e l'Unione Europea.

Ora il governo del Paese è disposto a offrire agli Stati Uniti una base navale all'ingresso del Mar Rosso e accordi su minerali essenziali per l'industria ad alta tecnologia (Terre Rare), nella sua ricerca del riconoscimento internazionale come Stato sovrano.

Washington, però, non intrattiene relazione diplomatiche col Somaliland e ha sempre riconosciuto le rivendicazioni della Somalia sul territorio, ma attualmente il presidente del Somaliland Abdirahman Mohamed Abdullahi sta facendo pressioni sugli Stati Uniti affinché sostengano la richiesta di riconoscimento della regione semi-autonoma, approfittando della più ampia competizione internazionale sulle risorse del continente africano che vede gli Usa in gara con la Repubblica Popolare Cinese.

Il presidente del Somaliland ha affermato che ha avuto colloqui con l'ambasciata statunitense in Somalia, e che Dipartimento di Stato della Difesa Usa mirerebbero a stabilire una nuova partnership in materia di cooperazione economica, sicurezza e antiterrorismo. “Abbiamo discusso modi e mezzi per collaborare in materia di sicurezza, commercio e stabilità regionale”, ha dichiarato il presidente in un'intervista lunedì, sottolineando che l'ambasciatore statunitense in Somalia ha visitato il Somaliland diverse volte negli ultimi mesi, mentre funzionari della Difesa si sono recati nella sua regione a dicembre. Il Dipartimento di Stato non conferma le notizie diffuse dal presidente Abdullahi, ma l'interesse strategico per avere un'impronta stabile in Somaliland è innegabile, e non solo per la questione delle vitali Terre Rare, minerali essenziali per i sistemi ad alta e altissima tecnologia contemporanei (un F-35, ad esempio, contiene più di 400 chilogrammi di Terre Rare).

Ottenere una base navale in Somaliland, che è situato all'imboccatura del Golfo di Aden e pertanto controlla lo strategico Stretto di Bab el-Mandeb, significa poter allargare la propria influenza nella regione e avere un punto di appoggio per le operazioni aeronavali molto importante. Gli Stati Uniti, infatti, hanno sì una base a Gibuti (Camp Lemonnier), altro Paese geograficamente strategico nella regione, ma si tratta di una base aerea, non di uno scalo navale. Poter disporre di un porto, come ovvio, significa poter avere stabilmente nell'area assetti molto importanti per il controllo degli spazi aeromarittimi, come i cacciatorpediniere di classe Arleigh Burke.

Gli Stati Uniti dovrebbero però valutare l'impatto del riconoscimento del Somaliland sulla cooperazione in materia di sicurezza con la Somalia, dove hanno svolto un ruolo importante nell'aiutare il governo a combattere lo Stato Islamico e gli affiliati di al-Qaeda. Il vice capo dell'Africa Command, John Brennan, ha affermato che la lotta ai gruppi terroristici è “il nostro impegno principale”, soprattutto nell'Africa orientale.

Bisogna però considerare che il Corno d'Africa ribolle in senso generale, non solo in Somalia. Eritrea ed Etiopia sono nuovamente ai ferri corti: entrambe le nazioni stanno aumentando le proprie truppe al confine, alimentando il timore di una ripresa delle ostilità. Una nuova guerra sembra inevitabile, con la regione del Tigray a fare ancora da campo di battaglia.

Il casus belli è, ancora una volta, il desiderio dell'Etiopia di avere un accesso al mare, con il Primo Ministro Abiy Ahmed che ha firmato un controverso accordo con il Somaliland per ottenere l'accesso al Golfo di Aden. L'Eritrea percepisce questo come una minaccia diretta, temendo che l'Etiopia possa tentare di rivendicare i porti eritrei di Assab e Massaua.

Il riconoscimento del Somaliland da parte statunitense potrebbe quindi arrivare nel peggiore momento politico possibile per il Corno d'Africa, e rischierebbe di destabilizzare ulteriormente la regione spingendo l'Etiopia sempre più nelle braccia del Dragone cinese.

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica