Dietrofront degli Usa in Medio Oriente: via il veto alla vendita di armi offensive a Riad

La decisione è parte del processo di distensione dei rapporti tra Washington e l'Arabia Saudita che, nei piani della Casa Bianca, dovrebbe portare alla normalizzazione dei rapporti con Israele e alla creazione di una difesa comune anti-Iran

Dietrofront degli Usa in Medio Oriente: via il veto alla vendita di armi offensive a Riad
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Clamoroso dietrofront dell’amministrazione Biden. Stando a quanto riportato dal Finacial Times, gli Stati Uniti revocheranno nelle prossime settimane il veto sulla vendita di armi offensive all’Arabia Saudita. Il giornale ha citato una fonte ben informata, secondo cui Washington avrebbe già riferito la decisione a Riad.

Dopo aver assunto l’incarico nel 2021, il presidente Joe Biden aveva scelto la linea dura con il Paese mediorientale, contestando il suo mancato rispetto dei diritti umani e in particolare l’uccisione nell’ottobre del 2018 del giornalista del Washington Post Jamal Khashoggi. I cambiamenti nello scenario internazionale avvenuti nel corso degli ultimi due anni hanno però costretto la Casa Bianca a rivedere le proprie posizioni.

Il processo di distensione con l’Arabia Saudita era iniziato già all’indomani dell’invasione russa dell’Ucraina, nel 2022. In quell’occasione, Washington ha compreso la necessità di rafforzare la cooperazione con Riad su questioni chiave, tra cui l’energia e il sostegno delle politiche statunitensi in Medio Oriente. Lo scoppio del conflitto tra Israele e Hamas non ha fatto altro che aumentare l’importanza del regno agli occhi della Casa Bianca.

Da un lato, gli Stati Uniti stanno continuando a spingere per la normalizzazione dei rapporti tra il Paese ebraico e Riad, il che sarebbe un punto di svolta notevole per tutto il Levante. La conclusione positiva di questo processo è però legata alle decisioni che Tel Aviv prenderà nel dopoguerra e alla formazione di uno Stato palestinese. Dall’altro, Washington ha intenzione di creare uno scudo anti-missile regionale nel Golfo in chiave anti-Iran. Il progetto coinvolge, oltre all’Arabia Saudita, anche Oman, Kuwait, Bahrein, Qatar e Emirati Arabi Uniti e la Casa Bianca intende sfruttare il successo nella difesa di Israele dall’attacco lanciato da Teheran il 14 aprile per dimostrare le potenzialità dei sistemi per la difesa aerea e missilistica integrata.

Secondo diversi analisti, però, i partner regionali degli non sono ancora del tutto convinti che l’esercito americano accorrerà in loro difesa con la stessa prontezza che ha dimostrato nei confronti dello Stato ebraico o se siano disposti a condividere tra di loro informazioni sensibili sulla difesa.

Secondo Dana Stroul, la principale consulente del Pentagono per gli affari mediorientali fino alla fine del 2023, Washington dovrebbe “chiarire a questi partner che possono aspettarsi lo stesso livello di sostegno difensivo se l'Iran li attacca direttamente”.

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