Negli Stati Uniti il mondo conservatore comincia a guardare al dopo Trump. Mentre si moltiplicano i segnali di malcontento tra i simpatizzanti del partito repubblicano rispetto all'agenda del presidente Usa - troppa politica estera e poca attenzione ai temi economici bread and butter, a cominciare dal costo della vita, accusano gli elettori del Gop - Erika Kirk, moglie del fondatore del movimento Turning Point Usa assassinato lo scorso 10 settembre, ha espresso il suo pieno sostegno a J.D. Vance. "Faremo in modo che il miglior amico di mio marito, J.D. Vance, sia eletto 48mo presidente nel modo più schiacciante possibile", ha detto Kirk giovedì sera a Phoenix nel corso del primo grande evento di Turning Point Usa dalla morte del marito.
L'endorsement della vedova 36enne, che di recente aveva anticipato che il sostegno al vice presidente era "in lavorazione", è stato accolto dagli applausi dei partecipanti al raduno politico - Vance non ha comunque ancora annunciato ufficialmente i suoi piani per il 2028 - e sollevato perplessità tra gli utenti dei social media pronti a scatenare nuove illazioni sulla vicinanza tra l'ex Miss Arizona e il numero 2 della Casa Bianca. Ad alimentare i rumors più spietati le foto di un loro caloroso abbraccio e gli scatti di Usha Vance senza la fede al dito.
Ben prima delle elezioni presidenziali incombono però, il prossimo novembre, le consultazioni di midterm e a tal proposito Erika Kirk ha dichiarato di voler costruire una "muraglia rossa" per fare in modo che "il presidente Trump controlli il Congresso per tutti e quattro gli anni" del suo attuale mandato.
Con il suo intervento Kirk ha cercato di trasmettere un messaggio di unità ma le spaccature nella galassia Maga sono sempre più evidenti. La stessa responsabile di Turning Point Usa ne è ben consapevole avendo respinto con fermezza nelle scorse settimane le teorie complottiste sull'omicidio del marito rilanciate da Candace Owens, una giovane influencer di estrema destra con un grande seguito sui social.
Proprio durante i lavori della convention in corso a Phoenix sono volati gli stracci. Il podcaster Ben Shapiro, il primo a parlare dopo Erika Kirk, ha attaccato diverse personalità Maga, tra queste Candace Owens, Tucker Carlson e Steve Bannon accusandole di essere "degli impostori e dei truffatori" che mettono "in pericolo il movimento conservatore". "Sono dei ciarlatani che affermano di parlare in nome dei principi ma che in realtà si dedicano al complottismo e alla disonestà", ha proseguito Shapiro definendo Bannon un "addetto alle pubbliche relazioni di Jeffrey Epstein". Un riferimento, quest'ultimo, alla foto che ritrae il pedofilo morto suicida in carcere assieme all'ideologo Maga per eccellenza.
Carlson, ex anchorman di Fox News che di recente ha destato scalpore per la sua intervista al neo nazista Nick Fuentes, ha risposto a Shapiro definendolo come un "presuntuoso" a cui non bisogna dare ascolto.