Politica estera

Faccia a faccia Macron-Meloni. Sul tavolo anche il nodo migranti

A Bruxelles incontro bilaterale tra il presidente del Consiglio e il presidente francese. Macron è in difficoltà sul fronte interno e ha bisogno di alleati in Europa. Meloni, più sicura, può tentare la via del disgelo con Parigi per discutere del nodo migranti e dell'instabilità dell'Africa

Faccia a faccia tra Macron e Meloni. Sul tavolo anche il nodo migranti

Sul finire della prima giornata del vertice del Consiglio europeo a Bruxelles, nella capitale belga va in scena un altro incontro: il bilaterale tra il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e il presidente francese Emmanuel Macron. Per il faccia a faccia senza delegazioni, come riporta Ansa, si è scelto l'hotel Amigo, nel centro storico di Bruxelles. Nello stesso hotel è presente il cancelliere tedesco Olaf Scholz con il suo staff.

La notizia dell'incontro tra i due leader è arrivata a metà giornata, dopo che erano iniziati i lavori del Consiglio e si discuteva della guerra in Ucraina. Una novità preannunciata da Meloni già durante la mattina e che serve a comprendere cosa stia accadendo nella grande macchina della diplomazia europea.

La premier italiana arriva a questo vertice di Bruxelles in una posizione consolidata sul piano interno e con l'approvazione delle alte gerarchie dell'Unione europea sul tema più spinoso, quello della gestione dei flussi migratori dall'Africa. Macron, dal canto suo, arriva al summit dei ventisette capi di Stato e di governo mentre la Francia è in rivolta per la riforma delle pensioni e la sua leadership internazionale fortemente indebolita sia nell'immagine che nel peso. Quando credeva di avere incassato la vittoria provando a isolare il governo italiano sul nodo migranti, il capo dell'Eliseo ha assistito a un sostanzialmente allineamento dell'Europa sulle posizioni di Palazzo Chigi. Mentre in altri contesti, a cominciare dalla guerra in Ucraina e la transizione ecologica, la linea francese è stata spesso battuta da altre più forti, anche se l'ultimo meeting di Bruxelles aveva visto lo scontro proprio tra Meloni e Macron per la scelta franco-tedesca di incontrare il presidente ucraino Volodymyr Zelensky senza coinvolgere altri leader dell'Ue.

Macron ora ha bisogno di alleati in Europa. L'Italia, croce e delizia del suo doppio mandato alla guida della Francia, è una di queste. Dopo l'idillio vissuto con Mario Draghi, il presidente francese ora ha di nuovo bisogno della sponda italiana per provare a incidere nella partita europea, soprattutto vista la difficoltà di confermare lo straordinario rapporto con la Germania creato nell'era Merkel. Dal nucleare all'Africa fino all'industria europea, Parigi vuole provare a reimpostare la rotta. Mentre sul piano della guerra in Ucraina, un'eventuale iniziativa europea (a trazione francese) per un negoziato tra Mosca e Kiev avrebbe bisogno del placet delle potenze Ue. A Roma, Macron vorrebbe avere un interlocutore non solo credibile, ma anche visto in maniera molto meno negativa di quanto venisse paventato nei primi giorni del governo di centrodestra. Le conclusioni del Consiglio Ue e le parole di Ursula von der Leyen sono in questo senso dei preziosi esempi.

Se il capo dell'Eliseo ha bisogno dell'Italia, anche Meloni non può disdegnare una possibile sponda di Macron su alcuni temi cari alla sua agenda. Una Francia meno contraria alle idee italiane sull'immigrazione e sulla condivisione delle responsabilità potrebbe essere molto importante. La questione africana, con il pericolo della "bomba" Tunisia, del Sahel e dell'instabilità della Libia - soprattutto ora con il ritorno dello spauracchio russo - è un nodo cruciale della diplomazia di Roma e di Parigi, che devono evitare la trappola dei piani troppo affini tra loro.

Nel corso della discussione del Consiglio europeo, Meloni ha parlato del grande problema di Tunisi e dell'aumento esponenziale del traffico di esseri umani. "Se questo trend continuerà, questa estate la situazione sarà fuori controllo" ha detto la presidente del Consiglio, chiedendo "un rafforzamento della cooperazione con Paesi di origine e transito, misure concrete contro i trafficanti, l'offerta di maggiori possibilità di ingressi legali, il rafforzamento dell'attività SAR e l'avanzamento del lavoro sui rimpatri".La Francia, visti i rapporti burrascosi, può essere un prezioso alleato specialmente considerato il peso che essa ha nel panorama nordafricano e del Sahel.

Inoltre, in queste ore si decide il nome del nuovo ambasciatore francese in Italia.

Secondo il portale Politico, il successore di Christian Masset a Palazzo Farnese dovrebbe essere Martin Briens, diplomatico di esperienza e in odore di leadership dei servizi, che avrebbe battuto la concorrenza di Sylvie Goulard e di Charles Fries.

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