
Il nuovo primo ministro francese, Sébastien Lecornu, ha ufficializzato la composizione del suo governo dopo un fine settimana di intense trattative politiche e dopo aver ottenuto il via libera della destra, che ha scelto di mantenere l’alleanza con il campo presidenziale nonostante le minacce di una mozione di sfiducia.
Il presidente Emmanuel Macron ha nominato 18 ministri, e il primo Consiglio dei ministri si terrà lunedì 6 ottobre alle ore 16 all’Hôtel de Matignon. Sarà l’ultimo passo prima del discorso di politica generale che Lecornu pronuncerà martedì davanti all’Assemblea nazionale. Tra le principali novità figurano Roland Lescure, nuovo ministro dell’Economia e delle Finanze, e Bruno Le Maire, che dopo sette anni alla guida dell’Economia assume il dicastero delle Forze armate. Restano invece nei loro ruoli chiave Jean-Noël Barrot agli Affari esteri e Bruno Retailleau agli Interni.
Gérald Darmanin passa alla Giustizia, Annie Genevard all’Agricoltura, Catherine Vautrin al Lavoro, alla Salute e alla Solidarietà, e Rachida Dati alla Cultura. L’ex premier Élisabeth Borne assume il ministero dell’Istruzione nazionale, mentre un altro ex capo del governo, Manuel Valls, ottiene la delega ai Territori d’Oltremare.
Completano la squadra: Éric Woerth (Pianificazione e Decentramento), Agnès Pannier-Runacher (Transizione ecologica), Amélie de Montchalin (Conti pubblici), Naïma Moutchou (Trasformazione digitale e Funzione pubblica), Philippe Tabarot (Trasporti), Marina Ferrari (Sport), Aurore Bergé (Parità di genere e portavoce del governo) e Mathieu Lefèvre (Rapporti con il Parlamento).
Le opposizioni hanno accolto il nuovo esecutivo con forte scetticismo. Il leader del Rassemblement National, Jordan Bardella, ha definito la squadra di Lecornu "l’ultima zattera dei macronisti", accusandola di rappresentare "tutto ciò che i francesi volevano superare". "La scelta di questo governo identico al precedente, condito dall'uomo che ha portato la Francia alla bancarotta, è patetica", ha dichiarato Marine Le Pen, alludendo all'ex capo del ministero delle Finanze Bruno Le Maire, che fa il suo ritorno alle Forze Armate. "Siamo sbalorditi", ha aggiunto, senza però rivelare le sue intenzioni su un'eventuale mozione di censura all'Assemblea nazionale.
Da parte sua l'alleato Eric Ciotti ha affermato che "questo governo è un affronto ai francesi", deplorando anche "il ritorno dell'uomo dei 1.000 miliardi di debiti". Mentre il leader dei deputati socialisti Boris Vallaud ha denunciato l'"ostinazione" dei macronisti che "ogni giorno immergono un pò di più il Paese nel caos". Anche Jean-Luc Mélenchon, capo di La France Insoumise, ha attaccato duramente il governo, parlando di "una parata di revenant, per l’80% ex membri dei Républicains", e ha previsto che "non durerà a lungo".
Lecornu ha chiesto ai suoi ministri di essere "negoziatori e costruttori di compromessi", consapevole di guidare un esecutivo privo di maggioranza parlamentare e sotto la costante minaccia di una mozione di sfiducia.
Secondo fonti dell’entourage del premier, l’obiettivo principale del nuovo governo sarà approvare la legge di bilancio entro la fine dell’anno e portare avanti "grandi progetti di interesse nazionale", bilanciando continuità e rinnovamento in una Francia sempre più polarizzata.