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Tradimenti, ambizioni e veleni: le rivelazioni di Kamala Harris scatenano la guerra tra i Democratici

Nel suo libro di prossima uscita, l'ex procuratrice della California ha rivelato cosa pensa di alcuni suoi compagni di partito e possibili rivali alle primarie democratiche del 2028

Tradimenti, ambizioni e veleni: le rivelazioni di Kamala Harris scatenano la guerra tra i Democratici
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Volano gli stracci in casa dem. Mentre la sinistra e il mondo liberal americano sono sotto attacco da parte dell'amministrazione repubblicana - in maniera sempre più intensa in seguito all'uccisione dell'attivista conservatore Charlie Kirk - i democratici si trovano a fare i conti anche con un redde rationem tutto interno al partito dell'asinello che non lascia presagire nulla di buono per i prossimi appuntamenti elettorali. Dopo la batosta alle urne del 5 novembre 2024, attribuita da molti osservatori al declino psicofisico di Joe Biden e ad una candidata, Kamala Harris, entrata nella corsa per la Casa Bianca troppo tardi e senza passare al vaglio delle primarie, è proprio l'ex vice presidente a togliersi qualche sassolino dalle scarpe e raccontare, dal suo punto di vista, cosa non ha funzionato nella sua campagna.

L'"autopsia elettorale" firmata da Harris è contenuta nel suo libro "107 days", in arrivo nei prossimi giorni nelle librerie americane. Negli estratti anticipati dai media l'ex procuratrice della California ha raccontato il suo rammarico per non aver dissuaso Biden dal candidarsi - in quanto vicepresidente temeva che sarebbe sembrata una mossa egoista e sleale - e come il team del vecchio Joe l'abbia indebolita. Rivelazioni che hanno sollevato polemiche che nelle ultime ore sono state ulteriormente alimentate da nuovi passaggi in cui Harris ha reso pubbliche le sue valutazioni su alcuni dei candidati alla vicepresidenza nel ticket democratico: Josh Shapiro, governatore della Pennsylvania, Pete Buttigieg, ex ministro dei trasporti di Biden, Gretchen Whitmer, governatrice del Michigan, e JB Pritzker, governatore dell'Illinois.

Nel suo libro la vice di Biden descrive Shapiro come eccessivamente ambizioso e fin troppo sicuro di sé. Prima ancora di varcare la soglia della residenza della vicepresidenza per il colloquio, Harris scrive che Shapiro iniziò a domandare al suo responsabile quante camere da letto ci fossero nella casa chiedendo ad alta voce se lo Smithsonian avrebbe potuto collaborare con lui per prestare opere d'arte della Pennsylvania per la residenza. Durante l'incontro Shapiro avrebbe inoltre chiesto di essere presente a ogni decisione qualora fosse stato scelto come numero due del ticket. "Un vicepresidente non è un co-presidente", la risposta dell'ex procuratrice che avrebbe aggiunto che da commander in chief ogni giorno avrebbe avuto "99 problemi e il mio vicepresidente non può essere uno di loro". Il portavoce di Shapiro ha definito "ridicola" la rappresentazione del governatore contenuta nel libro.

Su Buttigieg Harris avrebbe espresso forti riserve ritenendo che l'America non fosse pronta a una donna afroamericana presidente e un vicepresidente gay. L'ex ministro dei trasporti ha dichiarato a Politico di essere rimasto "sorpreso" nel leggere il passaggio del saggio della vice di Biden. Quanto a Whitmer e a Pritzker le critiche avanzate da Harris sono relative alla loro riluttanza a sostenerla dopo che Biden aveva reso noto che l'avrebbe appoggiata. Alla fine l'ex vicepresidente sceglierà Tim Waltz, governatore del Minnesota, come suo numero due. Una scelta che comunque non contribuì a generare entusiasmo tra i simpatizzanti del partito e che è stata ampiamente criticata.

Nel suo saggio l'ex procuratrice non esclude di correre di nuovo per la Casa Bianca ma le sue ambizioni sembrano non tenere conto delle previsioni degli esperti secondo i quali nel 2028 alle primarie del partito dell'asinello gli elettori potrebbero premiare i candidati dem che verranno ritenuti più distanti da Biden, una figura politica ormai "radioattiva".

In questo Harris parte fortemente svantaggiata ma le sue confessioni rischiano di complicare i suoi progetti. Tra i suoi rivali l'ex vicepresidente potrebbe trovarsi infatti ad affrontare proprio Shapiro, Buttigieg, Whitmer e Pritzker.

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